Incontro con Lucia Campanella
Ho avuto occasione di conoscere per caso una giovane scrittrice pugliese, Lucia Campanella, e devo confessare che i suoi libri sono stati per me davvero una piacevole sorpresa. Ben scritti, delicati e al tempo stesso profondi, dalla robusta architettura storica a sostenerne la trama e caratterizzati dalla presenza di personaggi incisivi e ben delineati.
Nata a Foggia nel 1976 e laureatasi a Bari in Lettere moderne e Scienze storiche e sociali, oggi Lucia è insegnante nelle scuole secondarie di primo grado e segue con costanza e successo la sua passione per la scrittura.
Il suo primo romanzo, La strada madre, esce nel 2019 in prima edizione, successivamente viene ripubblicato da Idea Press con il titolo di Sulla strada madre e in versione inglese On the Mother Road. Il libro si svolge negli Stati Uniti degli anni Trenta e narra la storia di uno scrittore, Oliver, e di una giovane donna, Eveline, i cui destini s’intrecciano d’improvviso.
Il secondo romanzo riconferma il suo talento, si tratta di Un cielo perfetto edito da PAV nel 2021. Narra la storia di tre donne, Lina, sua figlia Anita e la giovane Jane, le cui vicende personali ruotano intorno al mistero di un sommergibile affondato nel corso della Seconda Guerra Mondiale davanti le coste italiane.
Lucia, che trae ispirazione dalle sue passioni per i viaggi, i libri e la musica e riesce a creare con abilità personaggi e trame che si dipanano attraverso vicende reali in contesti storici precisi e rigidamente ricreati nei libri, ha con squisita gentilezza accettato di farsi intervistare e di raccontarci il suo cammino passato e anche quelli che sono i suoi progetti futuri.
- Lucia, per prima cosa ti ringrazio per avere acconsentito a questa nostra “chiacchierata”. Mi ha fatto piacere scoprire i tuoi libri, di cui ho letto recensioni veramente entusiastiche. In particolar modo ho apprezzato la trama di Un cielo perfetto, ma è un mio pensiero personale dovuto ad una mia particolare propensione per un determinato tipo di “romanzo storico”, nel quale, permettimi di dirlo subito, tu sei davvero brava. Prima, però, di passare ai tuoi romanzi, mi piacerebbe sapere come nasce un tuo libro, qual è la scintilla che dà il via ad una tua storia dietro la quale, mi piace sottolinearlo, c’è un’ottima ricostruzione storica.
Vittoria, grazie di cuore per la tua attenzione. Sì, dedicarsi a un romanzo storico richiede un grande sforzo di ricerca. Sono venuta a conoscenza di questa triste vicenda durante una vacanza con la mia famiglia a Santa Maria di Castellabate. Nei pressi dell’isolotto di Licosa ho scoperto una lapide commemorativa che ricordava appunto l’affondamento del sommergibile Velella nel 1943 a poche ore dalla notizia dell’armistizio. Il sottomarino fu affondato dagli angloamericani, una tragedia che, come tutte quelle che accadono durante le guerre, si poteva evitare. Il relitto è stato individuato da alcuni pescatori negli anni Settanta. Quei luoghi sono splendidi e mi hanno ispirato questa storia, in cui sono mescolati fatti reali e inventati.
Vittoria Caiazza
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