Le Dieu du carnage
Dietro un’apparenza garbata, in un salotto ordinato, nel tentativo di un civile e cordiale accordo, gli animi dei protagonisti, forse poco consapevoli, esplodono: così l’atmosfera, già tagliente, si fa gocciolante di un’animosità forse mai così tanto (ben) espressa.
È Le Dieu du Carnage, Il Dio del massacro (in lingua italiana), una tra le opere più note dell’autrice scrittrice e drammaturga contemporanea francese Yasmina Reza.
Due coppie di genitori si incontrano.
Sono Beatrice e Massimo ad invitare Giulia e Damiano quando il loro figlio Bruno, undicenne, viene colpito dal coetaneo Ferdinand, figlio di questi ultimi.
La vicenda dei due ragazzini viene abilmente rievocata nel fermo immagine – due alberi nel parco ripresi uno davanti all’altro – che vede ancora scorrere i titoli di coda della trasposizione filmica, eccellente e fedelissima, fattane da Roman Polansky: Carnage.
Tutto sostenuto dalla musica incalzante del compositore britannico Gary Yershon.
Claudia Dell’Era
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