L’Ue e le sue istituzioni: manuale per l’uso
Intervista con Carlo Corazza, portavoce del Pe in Italia
L’Ue. Una branca dello scibile a cui sarebbe stato utile, forse, che la Fabbri editori avesse dedicato uno di quei libri dei Perché così popolari come integrazione dei testi scolastici tra gli anni ’80 e i ’90: a quel tempo, probabilmente, il libro si sarebbe intitolato I perché della Cee o della Ce, una denominazione che a un cittadino italiano, come a qualsiasi altro del resto della comunità, evocava un organismo ancora lontano dalla vita quotidiana del suo Paese. Eppure, dalla condivisione dell’acciaio e del carbone fino al trattato di Maastricht, molta strada era stata già fatta: e la Ue – sigla che entra in vigore ufficialmente dal 1992 – dalla Cee/Ce eredita anche le principali istituzioni politiche. Decisamente cambiata è oggi la percezione della sovranazionalità dell’Unione europea: se fino all’introduzione dell’euro e dei parametri di stabilità economica essa veniva avvertita, appunto, come qualcosa di sostanzialmente indefinito e abbastanza distaccato dalla realtà dei singoli Stati, da quel momento essa diventa sinonimo di primazia basata su un rigido sistema di controlli. Gli euroburocrati, la struttura euro-kafkiana: facili argomenti per una propaganda ostile.
Gianluca Vivacqua
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