Questi fantasmi: i quarant’anni di GHOSTBUSTERS
Uno spettro si aggira per Hollywood: lo spettro della crisi.
A quarant’anni dalla sua distribuzione, il capolavoro di Ivan Reitman Ghostbusters è più che mai una metafora del sistema-cinema, d’allora come d’oggi. Nel bene e nel male il classico della commedia horror, incentrato sulle gesta di quattro scalmanati acchiappafantasmi, ha segnato il percorso di tanta produzione successiva, modello difforme e imperfetto di quel cinema di franchise che proprio negli anni Ottanta si stagliava ancora giovane, rampante allora quanto stantio al giorno d’oggi. E dire che Ghostbusters non ha quasi nulla da spartire con la Hollywood iper-capitalista di Don Simpson, Jerry Bruckheimer e compagnia non troppo bella: il film di Reitman nasceva come opera di passione quasi pura, incontro d’amore tra i migliori talenti del Saturday Night Live e l’inveterata passione di Dan Aykroyd per l’occulto.
Fabio Cassano
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