politica

Italia, uguaglianza e fraternità nazionali cercansi

La glorificazione del “lei non sa chi sono io” (o del “lei sa chi sono io”, alla bisogna):  il 10 luglio la Camera approva in via definitiva la cancellazione del reato d’abuso d’ufficio, compresa nella riforma della Giustizia del ministro Nordio. Per il governo si viene incontro in modo significativo agli amministratori locali, millanta volte costretti a perdere tempo ed energie per indagini dai contorni troppo spesso vaghi e indefiniti. Per gli oppositori sarà un ritorno al tempo dei signorotti liberi di infliggere angherie ed esercitare soprusi.  Eppure il loro sdegno non è andato molto oltre un cartello agitato in aula da Alleanza Verdi e Sinistra in aula, “Salva-colletti bianchi, vergogna!”.

Più combattuta promette di essere la battaglia sulle autonomie differenziate. Contro la riforma di Calderoli, infatti, a scendere in campo non sono solo le opposizioni parlamentari, ma le regioni stesse. Alcune di esse – come la Calabria – vivono un conflitto ulcerante: sintonizzate in tutto e per tutto sulle frequenze di Palazzo Chigi, anche su infrastrutture dispendiose e non urgentissime come il ponte di Messina, ora gridano al tradimento da parte del governo che vuole abbandonarle al loro destino in nome degli equilibri di maggioranza.

Gianluca Vivacqua

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