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Marina Cvetaeva,  la poetessa della solitudine

È in quella fragile vulnerabilità che si riconosce, ancora una volta -e chiara, la voce di Marina Cvetaeva.
Nella raccolta di lettere nei (suoi) DESERTI LUOGHI c’è tutto il dramma dell’esistenza della poetessa, della donna madre e moglie.
La vita travagliata segna il suo passaggio doloroso.
Tutto è lacerante. Acre. Tutto appare dismesso.
Le sue lettere portano con la loro poetessa e madre il dolore e i solchi della quotidianità stritolata nelle, e dalle, ristrettezze continue di una vita che si svuota della sua medesima esistenza quasi abbandonata a sé stessa da quella terra che la fa sentire estranea e sola, e dimenticata.
Scrive a Pasternak di non sentire più di vivere in “nessun luogo”. I suoi sono luoghi deserti.  Deserti luoghi.

Claudia Dell’Era

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