cinema

The Well

C’è solo da essere compiaciuti del buon passaparola che ha accompagnato The Well, il nuovo film di Federico Zampaglione; checché se ne pensi, da tempo il fu glorioso horror all’italiana pareva aver occupato una magra nicchia d’ombra nel panorama della produzione nostrana, appena ravvivata dall’onnipresente streaming e a digiuno di sale buie da irretire. Merito certo della paziente coltura, da parte del regista e frontman dei Tiromancino, di un pubblico affezionato, nonché di un accorto lavorio sulla forma del raccontare l’orrido e il perturbante. Trascorsa la parentesi drammatica del pur sincero Morrison, Zampaglione torna sugli amati terreni della paura, in quello che è a ogni titolo un tuffo a capofitto in un immaginario riverito e minutamente mappato; la chiave è la stessa che distingue l’intera opera filmica del cineasta romano, un’idea di cinema visionario e senza compromessi il quale, pur tra occasionali ingenuità e sbandate in fase di scrittura, non ha mai perso di vista il cuore e le viscere del suo discorso. 

Fabio Cassano

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