interviste

Alessio Gallerani, il primo vincitore dell’Altieri

Nel lontano 2018, quando fu bandita la prima edizione del Premio Altieri-Segretissimo intitolato all’autore ed editor Alan D. Altieri (nome d’arte di Sergio Altieri), partecipò un autore della provincia di Ferrara. E lo vinse. Il suo nome? Alessio Gallerani, che su Facebook è presente con un cappello da cowboy che ne cela il volto.
Alessio viene spesso a Cattolica per il MystFest, l’occasione in cui avviene la cerimonia di premiazione dell’Altieri e conosce molto bene gli autori che, dopo di lui, hanno trionfato.
Ecco l’intervista, ecco le risposte.

Scrittore di spionaggio o di avventura?

Dov’è la differenza? Le spie sono senza dubbio avventurieri (anche se non è vero il contrario), quindi non vedo una gran differenza. Mi piace immaginare vicende avventurose, i miei personaggi devono essere sempre in pericolo, sul filo del rasoio, però sempre con un ghigno di sfida sulle labbra, come a sfidare la morte, come se la loro avventura fosse una cosa di normale amministrazione.

Sono più importanti le vicende o i personaggi?

Non ho una formula magica, e potrei facilmente rispondere che è meglio avere una bella storia e dei personaggi avvincenti, che ti rimangano dentro, ma spesso, per le avventure che scrivo, mi servono alcune figure forti e altre secondarie che a volte sono meno strutturate, quindi mi concentro sui principali, anche per non confondere troppo il lettore.

Kenji Albani

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