La cacciata di Assad e l’ascesa dei ribelli in Siria: eco delle primavere arabe?
Alla luce dell’ondata di caos e di disordine che sta travolgendo il Medio Oriente, la caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria e l’avanzata dei ribelli segnano un cambiamento importante nella geopolitica della regione.
Dopo circa 13 anni dall’inizio della guerra civile nel 2011, lo scorso 8 dicembre, al termine di un’offensiva iniziata il 28 novembre, i ribelli del gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) hanno rovesciato il regime ponendo fine a quasi mezzo secolo di dittatura della famiglia Assad nel paese e instaurando un governo di transizione guidato da Abu Mohammed al Jolani.
Le dinamiche e le modalità alla base di questo crollo sono complesse e multidimensionali, e la caduta stessa di Assad è il risultato di un eterogeneo gruppo di organizzazioni di islamisti e curdi.
Inoltre, data la rapidità con cui è avvenuto, il collasso del regime siriano ha fatto sorgere una serie di dubbi circa la potenziale interferenza di attori esterni, specialmente se tiene conto delle debolezze interne che il Free Syrian Army aveva iniziato ad accusare da tempo, a causa della frammentazione delle forze ribelli che lo costituiscono.
Gaia Serena Ferrara
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