Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in modo efficiente ed eseguire determinate funzioni. Di seguito troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie in ciascuna categoria di consenso.

I cookie classificati come "necessari" vengono memorizzati nel tuo browser in quanto sono essenziali per abilitare le funzionalità di base del sito.... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

interviste

Fabio alias Lo chiamavano calcio: “Inter, la mia storia di calcio romantica”

Ho sempre amato la serie A, la sua epica e la sua narrativa,  da appassionato neutrale. Calcisticamente sono un ateo: non ho una fede che mi leghi, emotivamente e spiritualmente, a una squadra di massa (cioè una di quelle che raccolgono migliaia di tifosi in tutta l’Italia, quindi parliamo di Juventus, Inter e Milan e, in misura minore, di Napoli, Roma, Lazio, Fiorentina e Torino) né tantomeno a una delle provinciali più o meno di lusso che hanno contribuito a fare la storia della massima serie con saghe più o meno lunghe. In fondo, tengo solo alle sorti della squadra della mia città, per ragioni di puro campanile: il giorno – oggettivamente ancora lontano – in cui il mio Cosenza ci arriverà potrei cominciare a guardare la serie A anche da tifoso. C’è da dire comunque che la passione di parte non produce sempre, necessariamente, steccati ideologici tali da annullare ogni curiosità di conoscere ciò che c’è fuori. Anzi, di questa curiosità la passione di parte sembra essere componente costitutiva: lo dimostrano tanti YouTubers, sfegatati tifosi e nello stesso tempo pregevoli cultori della materia calcistica in senso globale e, tra essi, Fabio di “Lo chiamavano calcio –  Storie di calcio romantiche”, che si propone come raffinato ricercatore della storia del calcio italiano.  Il suo canale è una piccola enciclopedia storica del grande calcio nazionale, per monografie: al momento in cui scriviamo, 139 video, quasi 26.000 iscritti e più di 4 milioni di visualizzazioni. Fabio è un interista (dichiarato), ma non per questo prigioniero di una visione del calcio interocentrica. A beneficio di tanti followers che vorrebbero, magari, saperne di più a proposito di questo versante (e non osano chiedere), entriamo meglio nella sua Inter… iorità!    

Fabio, quando e come l’Inter ti ha fatto innamorare di sé?

Ho avuto la fortuna di iniziare a seguire il calcio nella stagione 88-89. Proprio quell’anno l’Inter di Trapattoni vinse lo scudetto dei record e Aldo Serena realizzò più di 20 reti. Fu quella la scintilla che fece esplodere l’amore verso i nerazzurri, anche perché trovavo assolutamente bellissima la maglia sponsorizzata misura (l’unica maglia che ritengo essere più bella è quella della stagione 96/97…indecenti le ultime griffate NIKE!).

La tua famiglia è tutta interista?

Fortunatamente sì. Mio padre è interista, così come mia madre e mia sorella (che come primo amore ha avuto Walter Zenga).

Anche mia moglie Valeria è interista (da ragazza aveva l’abbonamento al terzo anello nella sciagurata stagione 2001-2002) e naturalmente anche mia figlia è nerazzurra: in occasione del match di Coppia Italia contro l’Udinese ha assistito alla sua prima partita dal vivo e non vede l’ora di tornarci.

Il miglior allenatore interista a tuo parere?

Sarò banale ma dico Mourinho, capace di scatenare un senso di appartenenza davvero incredibile. Un posto speciale nel mio cuore ce l’ha anche Mister Gigi Simoni

E il miglior giocatore?

Onestamente, dato il gran numero di campioni che ha vestito la maglia dell’Inter, non saprei dire quale sia stato il migliore giocatore della storia interista. Posso però dire con certezza quale è stato il mio giocatore preferito: IVAN ZAMORANO. Poca tecnica ma un cuore immenso ed un amore sconfinato per l’Inter e verso i suoi tifosi.

L’Inter a cui sei più legato nella tua storia personale o nella tua personale mitologia?

Sono in dubbio tra l’Inter 2009/2010 e l’Inter 97/98. Comunque dico Inter 97/98 per la presenza di giocatori come Bergomi, Pagliuca, Zamorano, Simeone, Djorkaeff…giocatori che hanno davvero amato l’Inter. Non ho dimenticato Ronaldo, l’ho tralasciato apposta: giocatore straordinario ma che non ho mai perdonato per il modo in cui ha abbandonato la Beneamata.

Se dovessi fare un video del tuo canale dedicato al momento di maggior gloria del club nerazzurro, quale sceglieresti? 

Sarò scontatissimo ma parlerei della conquista del triplete; considerando però gli argomenti che preferisco trattare nei miei video…è probabile che prima ne farò uno sul 5 Maggio!

Ei fu dal tonfo ignobile

Dato il luttual sospiro

Fatto sì triste, lepore

D’or, da flere’l martiro.

Le lacrime di Ronaldo. Le lacrime di un dio. Storie mitiche di un calcio da raccontare con la cetra. Storie romantiche.

Gianluca Vivacqua

Leggi anche al link https://madmagz.app/viewer/679b43c2f6ae680014ee2865

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *