Francesco Di Bella “Acqua Santa” – Ed. Musicali La Canzonetta/La Canzonetta Records
Partenope è Napoli. Nei suoi linguaggi, nei suoi colori, nelle gesta e dinamiche in chiaroscuro, tra mito e poesia, anime dannate e luce, eterna lotta tra amore e male. Dopo “O’Diavolo”, pubblicato nel 2018, il songwriter Francesco Di Bella giunge al suo quinto album da solista, in cui canta l’amore come atto politico, nelle sue sfaccettature, e come dialogo, intimista e di confronto, tra ombre e bagliori di luce. Il front man dei 24 Grana (freschi di celebrazioni per il trentennale di carriera artistica), spazia nella sua ricercatezza, la diffonde e irradia, affidandosi alla suadente voce di Alice, anima dei True Collected, per dar forma, anima e voce, tra riverberi quasi tribali, etnici, ed espressività popolare a un dialogo diretto, semplificativo, ma ammaliante. Ha il ritmo di un cantico la ballad al piano Menamme ‘e mmane: la fatica, la difficoltà, ritrovano armoniose la speranza. Piccolo gioiello è Canzoni, dove la scrittura si fa leggera, veritiera, ma a tratti anche cupa: è l’amore che avvisa, allerta, e vuole liberarsi dalla routine, elegantemente soffiato su note di una ballata, specchio ancora delle tante dinamiche dell’amore. La penna è poetica, ma eclettica: Di Bella, vera anima da cantautore, dipinge quasi da paesaggista Miez ‘a via, cuore che esce, va per strada, con la chitarra al collo, e ad agni angolo, tra arpeggi e giri delle sei corde, trova l’amore e lo descrive nel suo perenne misto di gelosia e amarezza. In questo fragore dipinto di amore ed enfasi lo spazio-sguardo è alto nell’atmosfera jazz di N’a ta Luna, mosso come onde del mare, virtuoso, ma anche creativo, idealista. Acqua Santa chiude il cerchio magico, in un elegante e soft pop cantautorale, basico, essenziale ma intenso, che guarda e stupisce, ammalia e coinvolge, disegna e illustra, mentre esprime note. La strada, firmata in questo progetto dai testi di Di Bella e le musiche di M. Giudici, è un percorso multiforme, all’interno delle mappe dell’amore, intenso come riscossa, rivolta, che scuote e vuole ribaltare, con passione, finanche la vita quotidiana. Un lavoro di poesia diversificata, narrata, che si eleva anche nei toni dell’attesa, dello sconforto: otto storie, che si sviluppano nell’ambito della tortuosa dinamica delle relazioni. Potrebbero essere aneddoti, immagini, ma anche luoghi. Lì solo l’abilità artistica ma ancor più la peculiarità artistica della lingua napoletana può osare e arrivare.
Sergio Cimmino
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