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Trump, Putin e Zelensky: tra accordi e tensioni per la tregua in Ucraina

Mentre l’Europa pensa al riarmo, la guerra in Ucraina potrebbe raggiungere un cessate il fuoco provvisorio per 30 giorni in vista di una futura tregua. Infatti, sembra che l’isolamento di Putin sia finito da quando Trump è diventato Presidente. Dopo la trappola tesa nello Studio Ovale a Zelensky il 28 febbraio, dalla quale è uscito
umiliato, i due leader sembrano avere un “nemico” in comune. Di fatto, il Tycoon ha ribadito più volte che si trova meglio a parlare con il Presidente russo piuttosto che con il “comico mediocre e dittatore senza elezioni”.

“We’re very much on track”
Dopo essere andato a Mosca il 13 marzo, Steve Witkoff, negoziatore dell’amministrazione americana e inviato speciale per il Medio Oriente, ha dichiarato alla CBS che la Casa Bianca può già ipotizzare a quali territori interessino alla Russia in un possibile trattato di pace, tra cui la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande
d’Europa, occupata dai russi dal marzo 2022. Di fatto, nella telefonata tra Putin e Trump di martedì 18 marzo, si è discusso della sospensione temporanea degli attacchi contro le infrastrutture energetiche ucraine, da sempre nel mirino di Mosca. Anche se si tratta solo dell’inizio di una possibile tregua duratura, per il momento i leader dei tre Paesi coinvolti sembrano aver raggiunto un accordo, almeno temporaneamente. È probabile che in futuro venga discussa anche la possibilità di un cessate il fuoco marittimo nel Mar Nero come un ulteriore passo verso la fine della guerra. Il giorno dopo il colloquio tra le due potenze, quindi mercoledì 19 marzo, Zelensky ha voluto contattare il Presidente per sapere di cosa hanno parlato. Tramite un post sui social, Trump ha dichiarato che la telefonata è stata incentrata sugli argomenti trattati con Putin il giorno precedente e l’ha definita “molto positiva”.

Condizioni per la pace
Una delle condizioni chiave per la fine della guerra, come riporta l’agenzia Ria Novosti, è la cessazione degli aiuti militari stranieri all’Ucraina, come ha ribadito più volte il leader del Cremlino, ma il Tycoon afferma che quell’argomento non è stato trattato durante il colloquio tra i due. Un altro elemento fondamentale è
l’interruzione della trasmissione di informazioni di intelligence a Kiev e l’eliminazione delle cause radicali del conflitto, che però non vengono specificate.
Un argomento non affrontato, ma che rimane di vitale importanza, è quello di un possibile contingente militare di peacekeeping, come ha proposto Zelensky più volte, ma per il Presidente ucraino devono venire coinvolti direttamente gli americani. Infatti, secondo lui, nonostante ci siano Paesi europei che sarebbero disposti ad
inviare delle truppe, tra cui in special modo Inghilterra, Francia e Polonia, nessuno sarebbe disposto a rischiare senza la presenza degli Stati Uniti. La Casa Bianca, inoltre, ha voluto evidenziare che uno degli obiettivi è quello di migliorare le relazioni bilaterali e che il Medio Oriente potrebbe essere il punto di partenza per la collaborazione tra le due potenze. Di fatto, durante la telefonata si è trattata la necessità di prevenire futuri conflitti nella regione, ma è stata sottolineata
anche la necessità di fermare la proliferazione di armi strategiche, anche in previsione del trattato “New START” previsto per febbraio 2026. Un elemento che l’amministrazione Trump ha voluto mettere in chiaro, sul quale i russi sembrano essere d’accordo, è che “l’Iran non dovrà mai essere in grado di distruggere Israele”.
Ciò arriva pochi giorni dopo la ripresa del conflitto tra lo Stato ebraico e Hamas.

Cessate il fuoco in bilico: scambio di prigionieri, ma i bombardamenti continuano
Il Presidente incaricherà Marco Rubio, Segretario di Stato, e Mike Waltz, Consigliere per la sicurezza nazionale, per stilare l’accordo del cessate il fuoco, provando ad includere anche il Mar Nero. Tuttavia, non è ancora stata stabilita una data per l’incontro tra le due delegazioni, né tantomeno tra i due Presidenti. Inoltre, potrebbero
sorgere dei problemi per l’accordo, poiché la Russia vuole tagliare gli aiuti dell’Ucraina, ma il governo finlandese ha appena approvato un pacchetto da 200 milioni di euro. La questione più spinosa, tuttavia, resta quella dei territori conquistati dai russi. Di fatto, se consideriamo anche la Crimea, la Russia ha conquistato il 20% del
territorio ucraino, ma Zelensky appare irremovibile nel rifiuto categorico di qualsiasi concessione. Di recente, Rubio e Pete Hegseth, Segretario della difesa, hanno affermato che l’Ucraina si deve preparare a riconoscere almeno in parte le conquiste russe, soprattutto quelle derivanti dalla guerra del 2014. Nonostante ciò, i rapporti tra le due Nazioni sembrano essersi leggermente distesi: nella giornata di mercoledì 19 marzo è avvenuto uno scambio di 350 prigionieri totali, 175 per parte. Tuttavia, i bombardamenti continuano, colpendo ancora le infrastrutture energetiche e, secondo quanto affermato da Zelensky, anche mezzi di trasporti e due ospedali. Infatti, Mosca avrebbe lanciato 150 droni, ma anche le forze ucraine hanno continuato ad attaccare.

L’Europa si riarma
Le intenzioni europee di sicuro non sono quelle di rimanere a guardare e lasciare che Donald Trump gestisca tutto da solo. Supportata anche dal Presidente ucraino, l’UE punta a ottenere un posto al tavolo dei negoziati e si prepara a un futuro in cui gli Stati Uniti potrebbero abbandonare la difesa del continente. Infatti, con la recente approvazione della “Proposta di risoluzione sul libro bianco sul futuro della difesa europea”, l’Unione è pronta a stanziare fino a 650 miliardi di euro da investire nella difesa e altri 150 miliardi da concedere in prestiti agli Stati membri per investirli nel settore della difesa. Il Piano ReArm prevede anche il coinvolgimento del settore privato, preoccupando economisti e forze politiche. Di fatto, la critica che viene rivolta a questa strategia è quella di aumentare le tensioni internazionali.

Matteo Boschetti

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