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musica

Post Fata Resurgo -‘E capa ‘e core ‘e stommaco

Dello Sterminator Vesuvio fu cantore il gruppo operaio ‘E Zezi; di quella dannazione eterna, che lega alla propria terra in modo viscerale e morboso. Dannazione vesuviana, di una terra di lava, storia, folklore e madonne.

Ma anche di resurrezioni: con “Post Fata Resurgo”, il risorgere nel post-mortem, scavallando la fatica, gli ostacoli e le barriere, Marsu e Torregrossa, tra masters of ceremonies e polistrumentismo, si fanno cantori di un ideale processo di coscienza intellettiva, elaborato attraverso una presa di posizione diretta e procace, in tempi frammentati e di idiozia massmediale, e trasmutato nel lavoro ‘e capa ‘e core ‘e stommaco, dove si esaminano le parti emozionali, razionali e ribelli dello stato umano. Guida “platonica” a un percorso sul filo, lungo una società sempre più alla deriva per cercare di recuperare gli ultimi residui di idee e sapienza. Una strada, quella dei due, che si inerpica verso un “iperuranio” moderno e denuncia le assurdità e le amenità del mondo di oggi, i suoi conflitti e le sue ingiustizie sociali, pur restando nei limiti di un messaggio artistico vibrante di atmosfere e rimandi (Totò, Viviani, La Famiglia, ma anche 99Posse, di cui si avverte la “presenza” in Tammurriata d’o precariato). Un album concettuale, di visione, che destruttura tanti luoghi comuni, e al contempo denuncia, come in Italiano!, o regala un rap prezioso, alto, e con finiture melodiche in ‘E Core. A distanza di cinque anni dal 2020, il duo rap-strumental sceglie di battere un confine molto labile, tra cultura e ideali, che ingloba capacità elettroniche, vicine alla popular music, e tinte rock ma anche cantautorali. Ottima l’intuizione di allargare la famiglia di sangue musicale stabiese con maestranze sapienti: parliamo di artisti come Giovanni Block, Brunella Selo, Marcello Coleman e Collettivo Vesuviano. I P.F.R. sono artisti di ampia scrittura, che dilatano il proprio linguaggio e messaggio oltre il semplicismo e la demagogia, e consentono al pubblico di trovare nel proprio lavoro un’importante chiave di lettura: la saggezza, la conoscenza e la temperanza, anche musicalmente, possono essere raggiunti cavalcando la strada delle proprie radici, l’importante è custodirle e difenderle in maniera attenta e premurosa.

Sergio Cimmino

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