I fratelli Inzaghi
<<È sindrome del re di coppe, dottore?>>
Il giovane Inzaghi stava curvo sulla sua poltrona, davanti a quella dell’analista. Con la mano si copriva la fronte.
<<Indubbiamente nella storia abbiamo visto allenatori bravissimi ad alzare coppe e trofei, ma non altrettanto a vincere messi di scudetti.>>
Il giovane Inzaghi ora piagnucolava. <<Ma Bersellini… Ma Boskov… Anche loro, specialisti di coppe, qualche scudetto sono pure riusciti a cucirlo, addosso alle loro squadre.>> Si fermò un attimo. Fissò il dottore. <<Boskov in realtà anche più di uno, e in più Paesi…>>
Come mosso da estrema pietà, il dottore tirò fuori dalla tasca un mazzo di carte napoletane. Chissà perché lo aveva, poi. In tasca. <<Guardi me, adesso!>>
Ovviamente al paziente non balenò neanche per un istante l’idea che al dottore venisse in mente di fare dell’ironia idiota spezzando quella pausa con un “Partitina?”.
E dunque, meticoloso al massimo, il dottore tirò fuori dalla scatola il mazzo, e cominciò a sfogliare le carte una a una. Ne stava selezionando un certo numero: erano i re dei vari semi.
<<Dottore, vuole comunicarmi qualcosa?>>
L’analista gli lanciò uno sguardo distratto, come fosse un contabile che stava aggiornando il registro. <<Un attimo e lo saprà.>>
Poi volse verso di lui la carta di un uomo baffuto con la calzamaglia gialla, gonnellino rosso e mantello anche ‘esso rosso sulla parte esterna, corona blu e spada blu con elsa gialla. Era il re di spade, naturalmente.
Gianluca Vivacqua
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