Luciano Spalletti, un (altro) certaldese a Napoli
Finalmente. Dopo averlo fatto con un bresciano compassato e un veneto meticoloso, stavolta il Napoli ha vinto con un allenatore il cui carattere assomiglia maggiormente a quello dei napoletani. Sanguigno e vulcanico, Luciano Spalletti non è in realtà il primo certaldese a legare un pezzo della sua vita alla città sotto il Vesuvio.
Infatti anche nella biografia del concittadino più illustre di Lucianone, Giovanni Boccaccio, la frazione partenopea è una delle più significative. A Napoli lo scrittore avrebbe dovuto essere iniziato alla mercatura, e invece finì per essere iniziato alle delizie delle lettere e della poesia, grazie a Cino di Pistoia, suo maestro e poi grande amico. Nella città di Stazio egli compose il Teseida, il Filocolo, il Filostrato e la Caccia di Diana, poemi e romanzi in volgare, e iniziò a raccogliere quel materiale – racconti di furberie e mascalzonate, inventate o importate dai mercanti, come le loro sete –che farà la fortuna della sua prosa più celebrata.
Gianluca Vivacqua
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