Da dentro – Romanzo
In quel periodo io e la mia vita eravamo legate al teatro e a lui. Era quel momento dell’anno in cui bisognava decidere su quale nuovo spettacolo lavorare. Su mia proposta decidemmo Giorni felici di Beckett.
Ho sempre amato Beckett e sentivo intimamente di appartenere a quel dramma. Lo sentivo riguardarmi da vicino, da dentro le profondità del mio cervello inconscio. Quel silenzio dentro quel fiume di parole di Winnie mi apparteneva presentandosi a me come qualcosa di già noto. Una memoria che mi richiamava.
Che tornava a galla, e io non potevo altro che annegarci le mani dentro. Dovevo, ogni volta, andare in uno strato nervoso di profondità sotterranea per poter riconoscerlo nei suoi occhi languidi e perdermi per trovare memoria, le parole e il silenzio delle pause da ingurgitare.
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