interviste

Massimo Gerardo Carrese: “La fantasia, un gioco per grandi”

In principio c’è lo studio del pensiero creativo, nell’ambito della psicologia. Primo fu Joy Guilford, che stabilì la dicotomia tra pensiero convergente e pensiero divergente: in pratica il divario tra conformismo e anticonformismo nell’ambito dei procedimenti di elaborazione e ideazione mentale. Poi venne Edward De Bono, che col suo pensiero laterale definisce in modo più whitmaniano il pensiero divergente (“Scelsi la strada meno battuta, ed è per questo che sono diverso”) e con Guilford si ritrova anche nell’individuare l’abbondanza di soluzioni (la “fluidità” guilfordiana) come caratteristica principale dell’essere creativi. Quindi ecco  Howard Gardner, che idealmente defenestrò i test del qi per affermare la relatività delle intellettualità: esistono, in sostanza, tante intelligenze più o meno quante possono essere le personalità. La “fantasiologia”  sembra essere una branca specializzata dello studio psicologico del pensiero creativo, la disciplina che si occupa, in un certo senso, della sua “metafisica”.

Gianluca Vivacqua

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