interviste

Dario Tonani, l’umile mostro sacro

A chi bazzica la fantascienza italiana il nome Dario Tonani non è sconosciuto. Non è Valerio Evangelisti, ma Tonani si sa dar da fare nel campo letterario,specialmente nella sci-fi, anche se ha frequentato altri generi. Milanese, classe ‘59, giornalista professionista, Tonani scrive solo nei weekend perché durante la settimana non ha tempo (almeno a quanto diceva tempo fa). È arrivato in finale al Premio Urania e questo ha decretato il suo successo. Che invidia, ma niente sindrome di Procuste, please, Tonani non merita di essere stroncato da certe meschinerie. Come ha risposto alle mie domande? Vediamo.

Sei un noto autore di fantascienza, ce l’hai fatta, qual è il tuo segreto? 

Una domanda e due affermazioni che mi sento di riportare su binari a me più vicini. Ho un debito di riconoscenza enorme nei confronti della fantascienza e dei suoi lettori, ma nonostante una lunga frequentazione non mi ci sento accasato; in tutta la mia carriera – e credimi, sono un po’ di decenni – ho frequentato molti generi, dall’horror alla fantasy, dal thriller al noir e alla science fiction, e non mi sono mai fermato. 

Kenji Albani

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