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  • Viole rose e fiori di iperico

    Viole rose e fiori di iperico

    Viole rose e fiori di iperico.

    Rammaricarsi l’uno sull’altra.
    Sopra e sotto, di noi.
    Dentro di noi, uno dentro l’altra.
    All’infinito.
    Per poi ricominciare.
    Siamo nel pieno del turbin-io di noi: nel turbinio della bufera di noi.
    Turbinio.

    tratto da Dentro, di Claudia Dell’Era

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  • The Well

    The Well

    C’è solo da essere compiaciuti del buon passaparola che ha accompagnato The Well, il nuovo film di Federico Zampaglione; checché se ne pensi, da tempo il fu glorioso horror all’italiana pareva aver occupato una magra nicchia d’ombra nel panorama della produzione nostrana, appena ravvivata dall’onnipresente streaming e a digiuno di sale buie da irretire. Merito certo della paziente coltura, da parte del regista e frontman dei Tiromancino, di un pubblico affezionato, nonché di un accorto lavorio sulla forma del raccontare l’orrido e il perturbante. Trascorsa la parentesi drammatica del pur sincero Morrison, Zampaglione torna sugli amati terreni della paura, in quello che è a ogni titolo un tuffo a capofitto in un immaginario riverito e minutamente mappato; la chiave è la stessa che distingue l’intera opera filmica del cineasta romano, un’idea di cinema visionario e senza compromessi il quale, pur tra occasionali ingenuità e sbandate in fase di scrittura, non ha mai perso di vista il cuore e le viscere del suo discorso. 

    Fabio Cassano

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  • Un Cappuccino in libreria

    Un Cappuccino in libreria

    Modigliani Corrado Augias (Super ET 2020)

    Saggio veramente ben scritto ad opera del giornalista Corrado Augias, volto noto della tv.

    Il libro affronta, con dovizia di particolari e forte corredo documentale, la vita e l’arte del grande pittore livornese, morto nel 1920 a Parigi dove si era trasferito nei primi anni del secolo.

    Per farlo Augias non si concentra unicamente sul protagonista del saggio, ma riesce a rappresentare alla perfezione il mondo che ruotava intorno a lui, un mondo fatto dagli uomini e dalle donne che animavano i giorni e le notti della Parigi in quegli anni, una Parigi sfolgorante, bellissima e maledetta.

    E naturalmente emerge la personalità tormentata ed il senso della pittura di Modigliani, attraverso l’evoluzione che lo portò anche attraverso la scultura fino all’affermazione di quello stile che divenne poi il suo.

    Una menzione d’obbligo merita la narrazione delle sue storie con le varie donne che lo accompagnarono nel corso del suo breve cammino, in particolare con Jeanne, il suo ultimo, grande amore, che non solo gli fu accanto nei suoi ultimi tragici giorni, ma ne seguì il destino al punto da suicidarsi il giorno dopo la sua morte.

    Vittoria Caiazza

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  • Serie A. Il punto sulla prima 

    Serie A. Il punto sulla prima 

    Come ogni anno la prima giornata d serie A, giocata in piena estate, ha fatto registrare alcuni risultati inaspettati che non devono però assolutamente meravigliare i tifosi. 

    Gli ex campioni d’Italia del Napoli, all’alba dell’anno del rilancio dopo il decimo posto e i tre allenatori della scorsa stagione, hanno perso nettamente 3 a 0 a Verona dove esordiva in panchina il nuovo tecnico Zanetti. 

    Non è bastato l’avvento di Antonio Conte sulla panchina del Napoli: il tecnico salentino alla vigilia aveva messo le mani avanti manifestando un certo disappunto circa la vicenda Osimhen, fuori rosa perché in vendita. 

    Stefano Marino

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  • Portami a vedere il Mare (Apogeo Records) – Luigi Esposito

    Portami a vedere il Mare (Apogeo Records) – Luigi Esposito

    È nata ‘mmiez’o mare, cantavano il poeta e pittore Salvator Rosa e il suo collega Di Giacomo. Napoli Capitale, di amore e speranza; ne è emblema il suo Lazzaro Felice. E come un desiderio di amore e di speranza, fugace ma forte, la ritraeva in “Voglio ‘o mare”, quel Pino Daniele che ne seppe narrare l’anima più popolare: l’azzurro di un popolo che “cammina ca vocca salata”, capace di specchiarsi nelle sue acque e di scorgervi percorsi di vita interiori. Sono strade che, a fianco alla riva, incrociano sirene e dubbi, paure e rinascite. Di esse canta, con la sua sensibilità introspettiva, Luigi Esposito, pianista e compositore leggiadro e virtuoso.

    Sergio Cimmino

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  • L’Italia, i fantastici tre e la cosa contiana 

    L’Italia, i fantastici tre e la cosa contiana 

    Auspice ma non aruspice. Della situazione mediorientale il governo non riesce a elaborare un’analisi previsionale di medio-breve periodo che possa consentirle di avanzare un’autorevole proposta negoziale e può perciò solo limitarsi ad auguri speranzosi. Si sta come in un’estate roventissima le foglie su una palma di Doha. Nella capitale qatariota i costruttori di pace sono, con i padroni di casa, Egitto e Usa: manca l’Ue e naturalmente il Belpaese. Alla terzietà quasi papale che Meloni proclama nei confronti del conflitto Israele-Hamas (già allargatosi al Libano e ad Hezbollah e assai prossimo ad allargarsi alla casamadre della milizia) fa da contrasto l’atteggiamento sempre più risolutamente pro Ucraina (e in definitiva atlantista) sul versante della guerra in Ucraina. Il ministro Crosetto ha definito sé e il gabinetto di cui fa parte “veri amici di Kiev”. Filo-ucraismo (coniamo questo termine analogia a filo-medismo) e filo-kievismo sono due sinonimi? Volendo andare a caccia di sottigliezze da pedanti, il filo-ucraismo potrebbe essere l’atteggiamento atlantista ortodosso, l’appoggio a Kiev come allineamento alle direttive NATO. 

    Gianluca Vivacqua

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  • 8. Vendetta

    8. Vendetta

    1972

    «Il mio dovere è indagare». Mr. TNT prese un ultimo appunto, si avviò. Invece di usare i tuk-tuk, come faceva la gente del posto, si fece dare un passaggio da un autocarro dello USMC. «O meglio, più che indagare, il mio dovere è vendicarmi». In breve, arrivò nelle campagne intorno a Saigon e vide drappelli di marines che marciavano dappertutto.

    «Non ho ben capito cosa ci fa qui, mister UK» gli si rivolse l’autiere.

    «Meglio che tu non lo sappia» sorrise Mr. TNT.

    Quel tipo strinse il volante come a volerlo strappare e poi picchiarlo in testa a Mr. TNT. «Siamo arrivati». Inchiodò.

    Mr. TNT non si offese perché l’americano si era arrabbiato. Lui era abituato a quelle reazioni. Scese stringendo l’M16A1 e si unì al plotone del genio artificieri che lo aspettava. «Muoviamoci».

    I soldati sembrarono in imbarazzo, il tenente lo guardò in tralice:

    «Comando io, qui» osservò.

    Kenji Albani

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  • Biden: passo d’addio

    Biden: passo d’addio

    Il Senioritygate è stato meno televisivo del Watergate. A Biden già sberlinato in tutte le salse la scelta di “cinguettare” su X il ritiro dalle elezioni presidenziali ha risparmiato almeno lo spettacolo di un sudore alla Nixon (ma probabilmente sarebbe stato il meno).

    “Miei concittadini, negli ultimi tre anni e mezzo abbiamo fatto grandi progressi come nazione. Oggi, l’America ha l’economia più forte del mondo. Abbiamo fatto investimenti storici nella ricostruzione della nostra nazione, nella riduzione dei costi dei farmaci da prescrizione per gli anziani e nell’espansione dell’assistenza sanitaria a prezzi accessibili a un numero record di americani. Abbiamo fornito cure assolutamente necessarie a un milione di veterani esposti a sostanze tossiche. Abbiamo approvato la prima legge sulla sicurezza delle armi in 30 anni. Nominato la prima donna afroamericana alla Corte Suprema. E approvato la legislazione sul clima più significativa nella storia del mondo. L’America non è mai stata in una posizione migliore di oggi. Insieme, abbiamo superato una pandemia e la peggiore crisi economica dalla Grande Depressione.”

    Rinuncio alla possibilità di conquistare un secondo mandato – sembra voler dire Biden – ma permettetemi quantomeno di riepilogare quanto di straordinario sono riuscito a fare per voi americani e per il mondo intero nell’arco del primo. Con un adeguato training teatrale, chissà, forse l’anziano presidente uscente, accettando di leggere questo piccolo monumentum Ancyranum davanti alle telecamere, avrebbe anche potuto far ricredere molti ex elettori.  Ê vero: si riprometteva di dare appuntamento agli americani, patefacto vultu, qualche giorno dopo quel tweet (datato 21 luglio), ma lo scoglio della prima reazione alla notizia, quello proprio non se lo sentiva di affrontarlo davanti agli occhi di tutti.

    Gianluca Vivacqua

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  • Scilla Bonfiglioli, lo spionaggio al femminile

    Scilla Bonfiglioli, lo spionaggio al femminile

    Nella città di Bologna vive  un’autrice di genere che è nota a chi frequenta  i premi Mondadori: si tratta di Scilla Bonfiglioli. Vincitrice di numerosi concorsi: tra gli altri il Premio Altieri, il GialloLuna Nero Notte e per tre volte consecutive il Prem io Writers Magazine Italia. Una fuoriclasse! Anche se Scilla ha pubblicato conb Fazi Editore un libro che nulla ha a che vedere con lo spionaggio, si può dire che lei è una rappresentante dello spionaggio italiano. Al femminile.

    Scilla, parlami della tua attività di scrittrice parallela a quella di attrice teatrale. 

    Sono davvero onorata di essere su queste pagine, grazie! Questa prima domanda è davvero interessante, perché effettivamente il mio percorso teatrale e quello letterario sono stati molto intrecciati tra di loro e di certo il primo ha influenzato il secondo. Ho iniziato a lavorare in teatro a vent’anni, dopo essere stata tra i soci fondatori dell’associazione culturale e compagnia “I Servi dell’Arte”. 

    Kenji Albani

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  • Marina Cvetaeva,  la poetessa della solitudine

    Marina Cvetaeva,  la poetessa della solitudine

    È in quella fragile vulnerabilità che si riconosce, ancora una volta -e chiara, la voce di Marina Cvetaeva.
    Nella raccolta di lettere nei (suoi) DESERTI LUOGHI c’è tutto il dramma dell’esistenza della poetessa, della donna madre e moglie.
    La vita travagliata segna il suo passaggio doloroso.
    Tutto è lacerante. Acre. Tutto appare dismesso.
    Le sue lettere portano con la loro poetessa e madre il dolore e i solchi della quotidianità stritolata nelle, e dalle, ristrettezze continue di una vita che si svuota della sua medesima esistenza quasi abbandonata a sé stessa da quella terra che la fa sentire estranea e sola, e dimenticata.
    Scrive a Pasternak di non sentire più di vivere in “nessun luogo”. I suoi sono luoghi deserti.  Deserti luoghi.

    Claudia Dell’Era

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