La morte di Papa Francesco ha sconvolto il mondo subito dopo Pasqua, a poche ore dalla sua apparizione su Piazza San Pietro e in diretta televisiva. Dopo il ricovero al Policlinico Gemelli, durato più di un mese, Jorge Mario Bergoglio è apparso in pubblico sempre seduto su una sedia a rotelle.
Di fatto, il Pontefice non si era mai ripreso completamente dalla bronchite e,lunedì 21 aprile 2025, è stato colpito da un’emorragia cerebrale, causandone il decesso.
Il papato di Franciscus, nome che verrà scritto sulla sua tomba, ha accompagnato i credenti per 12 anni, dal 13 marzo 2013, e gli ha fatto guadagnare il soprannome “Papa della Gente”. Infatti, per molto tempo ha rappresentato la semplicità e il distaccamento dai beni materiali, a partire dalla scelta del nome, Francesco, ispirato proprio al Santo che venerava la povertà, si poteva intuire un senso di cambiamento nell’istituzione della Chiesa.
“Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! Per questo mi chiamo Francesco: come Francesco da Assisi, uomo di povertà, uomo di pace. L’uomo che ama e custodisce il Creato; e noi oggi abbiamo una relazione non tanto buona col Creato.” Questa sua dottrina si è riflessa anche sulla scelta della sua residenza, infatti aveva scelto Santa Marta e non l’appartamento papale, proprio per allontanarsi dallo sfarzo e dal lusso. Bergoglio è stato amato anche per la sua umanità, una persona che si comportava come tale,
anche sbagliando, come quando schiaffeggiò una fedele in Piazza San Pietro. Di fatto, nell’era dei social, è diventato virale più volte proprio per la sua naturalezza e semplicità, facendo percepire ai fedeli e non un senso di cambiamento, come quando nel marzo del 2019 rifiutò il baciamano dei fedeli, rompendo così una tradizione secolare. Anche in una delle sue ultime apparizioni è riuscito a sorprendere tutti quando, venerdì 11 aprile, si è recato a San Pietro con i pantaloni e un poncho per proteggersi dal freddo.
Il primo Papa sudamericano, e il primo gesuita a guidare la Chiesa, si è fatto conoscere negli anni anche per i suoi discorsi semplici e naturali, con il suo accento e alcune traduzioni dirette, come quando ha detto di aver “dormito come un legno”. Infatti, in italiano può suonare strano, ma è una traduzione letterale di “dormir como un trónco” che è l’equivalente usato in Argentina.
È stata proprio questa sua umanità e naturalezza che hanno portato Corrado Augias, giornalista e intellettuale notoriamente ateo, a rispondere alla domanda di Lilli Gruber “Che eredità ci lascia?”, che Francesco è stato il Papa dei laici. “Che eredità ci lascia, irrisolta secondo me, perché lui avrebbe voluto fare di più di quello che poi ha fatto. Tante volte ha cominciato con slancio, con generoso slancio, una campagna, delle dichiarazioni veementi, sorprendenti e poi ha dovuto fermarsi o fare un giro largo rispetto alle resistenze della curia, alcune diocesi, quelle nordamericane per cominciare. Alla sua domanda si risponde quale eredità ci lascia, lo capiremo quando avremo il nuovo Papa.”
Infatti, per alcune delle sue dichiarazioni negli anni si è pensato che il Vaticano potesse permettere un’apertura nei confronti di quei tabù che da anni affliggono la sacra istituzione, un cambiamento che però non è mai arrivato. Già dal suo primo anno da Pontefice aveva acceso un barlume di speranza per una possibile apertura nei confronti degli omosessuali quando pronunciò la frase: “Chi sono io per giudicare?”, mentre parlava delle persone gay che cercano Dio. Anche la sua amicizia con Emma Bonino, leader radicale, ha dimostrato la sua voglia di cambiamento. Come lei stessa ha dichiarato, in un’intervista a La Stampa, su molti temi non andavano d’accordo, i primi fra tutti sono l’eutanasia e l’aborto, ma nonostante ciò era andato a trovarla nel novembre del 2024 e, nove anni prima, l’aveva chiamata mentre era in cura per un
tumore al polmone sinistro.
Papa Francesco sarà sicuramente ricordato come il Papa della Gente proprio per il suo comportamento da persona comune, inclusi alcuni scivoloni, come quando durante l’assemblea dei vescovi italiani ha detto: “C’è già troppa frociaggine nei seminari”.
La salma di Bergoglio sarà nella Basilica di San Pietro fino sabato 26 aprile, giorno in cui si terrà il funerale e poi verrà sepolto a Santa Maria Maggiore insieme ai Pontefici: Onorio III, Niccolò IV, Pio V, Sisto V, Clemente VIII, Paolo V e Clemente IX. Di fatto, già dal 2022 aveva deciso che quello sarebbe stato il luogo della sua sepoltura, nel loculo tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, chiudendo così un ciclo iniziato nel 2013 quando, come suo primo atto pubblico del suo pontificato, si recò ai piedi della Salus Populi Romani per lasciare un mazzo di fiori.
Matteo Boschetti
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