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  • Re Wanderlust Voglia di viaggiare – Paolo Fresu Quintet- Feat Erwin Vann (Tuk 2020)

    Re Wanderlust Voglia di viaggiare – Paolo Fresu Quintet- Feat Erwin Vann (Tuk 2020)

    In un solo corpus, c’è l’essenza degli standard e non, l’incisività, gli omaggi a icone come Waldron, l’armonia, e la massima longevità.

    La musica è come la vita, bisogna farla insieme. L’indimenticabile maestro e direttore Ezio Bosso, compositore e creatore di umanità, ci conduce nel linguaggio  jazz del trombettista Paolo Fresu e del suo quintetto, che si avvicina alle celebrazioni del quarantennale della propria nascita.  Per festeggiare, una delle formazioni tra le più longeve del panorama jazzistico ripropone, a distanza di 27 anni dalla prima pubblicazione, l’album Wanderlust.

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  • Un Cappuccino in libreria

    Un Cappuccino in libreria

    I racconti della maturità Anton Cechov (Feltrinelli 2015)

    Breve raccolta di racconti dello scrittore russo Anton Cechov, più famoso per opere come Il giardino di ciliegi.

    Scritti nella fase finale della sua breve esistenza, sono caratterizzati da una vena di malinconia e descrivono spaccati della quotidianità e della società soprattutto contadina anche attraverso aneddoti e superstizioni, proprio come quella del Monaco nero, che dà il titolo al più famoso dei suoi racconti.

    Sognavo l’Africa Kuki Gallmann (Mondadori 1991)

    Il libro narra in prima persona la storia della sua coraggiosa autrice, Kuki Gallmann, che insieme al secondo marito Paolo ed al figlio ancora bambino Emanuele lascia l’Italia per realizzare un sogno ambizioso ed all’apparenza folle: trasferirsi in Africa e cominciare qui una nuova vita.

    L’immenso continente africano, con le sue contraddizioni, i suoi spazi e le sue incommensurabili bellezze, accoglierà la scrittrice regalandole giorni memorabili, emozioni indescrivibili, ma anche dolori strazianti, ai quali tuttavia cercherà di sopravvivere con la forza che solo la natura africana – vera e selvaggia – sa donare.

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  • Le associazioni, un valore aggiunto per la crescita di un territorio

    Le associazioni, un valore aggiunto per la crescita di un territorio

    Le associazioni fanno un grande servizio alla comunità:  sostengono infatti le politiche sociali. È una rete, quella delle associazioni, che, se utilizzata bene, non può che aiutare la formazione di una società sempre più civile e aperta. Il mondo associazionistico può abbracciare vari ambiti, con differenti scopi: educativi, culturali, sociali e religiosi. Possiamo parlare di esse come di uno strumento giuridico capace di andare avanti solo attraverso le proprie risorse. Il diritto di associarsi è sancito dalla Costituzione,  con quegli obiettivi che le organizzazioni, appunto, associazionistiche in ambito locale interpretano efficacemente. Si tratta di:

    • farsi carico dei bisogni dei cittadini,  in modo particolare tra le fasce deboli della popolazione.
    • tutelare i diritti dei soggetti-cittadini “a rischio”.
    • sensibilizzare la comunità  ai valori sociali.

    Sono, questi, i tre punti cardine dell’attività  di un’associazione. Garantito è, per ciascuna di esse, anche il diritto a svolgere liberamente quell’attività.  Protette, dunque, dalla Carta, nei fatti le associazioni sono minacciate dalle politiche carenti in materia di Welfare State: c’è da ricordare infatti che il sistema politico italiano è stato  negli ultimi trent’anni carente su questo particolare fronte, e ha amplificato le disuguaglianze.

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  • Emmy Awards 2024, trionfano Succession e The Bear

    Emmy Awards 2024, trionfano Succession e The Bear

    In questo momento ci troviamo in un periodo strapieno di premiazioni per il mondo Hollywoodiano. Infatti questi Emmy arrivano esattamente una settimana dopo i Golden Globes e dei Critics Choices Awards e poco prima delle nomination agli Oscar 2024.

    Quelli che si sono appena svolti sono i 75esimi Emmy Awards. La cerimonia si è tenuta al Peacock Theater di Los Angeles e della conduzione se n’è occupato l’attore afro-americano Anthony Anderson. In Italia è stato possibile seguire la cerimonia in diretta grazie a Sky che ha trasmesso la diretta sul suo canale Sky Atlantic e in streaming su NOW.

    Nelle premiazioni non ci sono state grandi sorprese. Infatti a raccogliere i principali riconoscimenti sono stati Succession nelle serie drammatiche, che ha collezionato anche i premi per i migliori attori per Kieran Culkin, Sarah Snook e Matthew Macfadyen  e The Bear che ha invece ricevuto i premi per miglior serie comica e migliori attori per Jeremy Allen White, Ebon Moss-Bachrach e Ayo Edebiri. The Bear e Succession hanno vinto un totale di sei statuette ciascuno. Beef è stata dichiarata miniserie dell’anno e ha vinto ben cinque statuette come miglior miniserie e ha, inoltre, ricevuto premi  per gli attori  Ali Wong e Steven Yeun.

    In molti si sarebbero aspettati più premi, a fronte delle 8 nomination ricevute, per Ted Lasso che è riuscita a conquistare “solo” i premi per il migliore attore guest star e per la miglior musica originale. La chiacchieratissima The White Lotus conquista il premio per la miglior attrice Jennifer Coolidge, un vero peccato per le due italiane Sabrina Impacciatore e Simona Tabasco  presenti nella serie che avevano comunque ricevuto la nomination. The Last of Us riceve i premi per migliori attori guest star Nick Offerman e Storm Reid. Judith Light invece viene premiata per la sua interpretazione da attrice guest star per la serie comica Poker Face. Quinta Brunson porta a casa il premio da miglior attrice protagonista nella serie comica Abbott Elementary. Vediamo Paul Walter Hauser di Black Bird come miglior attore non protagonista in una miniserie o serie antologica. Come miglior film tv c’è stata la vittoria di Weird: The Al Yankovic Story, mentre come miglior serie animata si riconferma The Simpsons.

    L’unica sorpresa della serata è stata la vittoria di  Niecy Nash-Betts per la sua performance in Dahmer.

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  • Golden Globe 81

    Golden Globe 81

    Tira aria di cambiamento all’81° Golden Globe: dopo l’ingloriosa edizione a porte chiuse del 2022 e il tracollo della padrona di casa, la Hollywood Foreign Press Association, il premio che dal 1944 apre la strada all’Academy Award è ora sotto l’ala della Dick Clark Productions la quale, insieme alla Eldridge Industries, già aveva guidato la cerimonia del 2023. Aria nuova e dunque vita nuova, forse. Non proprio: la prima edizione orfana della HFPA testimonia formalmente come il “piccolo Oscar” sia ormai competenza meno della critica che del mercato. Di fatto le riconferme non mancano, a sancire una continuità a cui solo l’aggiunta di due nuovi premi a eccezione: quello per il miglior comico stand-up e per il miglior risultato al box office. Forte è la tentazione di leggervi un intento, trascorso l’anno che ha visto un’imprevista quanto prevedibile sequenza di fiaschi al botteghino, mentre infuria perenne il dibattito intorno al politicamente corretto; al centro del fuoco sono naturalmente i comici, con Ricky Gervais e Dave Chappelle immancabili sulla linea di tiro.

    Parlando giustappunto di comici, è al cerimoniere Jo Koy che spetta la controversia dell’anno, grazie a un monologo arrancante e nevrotico che suscita più perplessità che risate; tra il serio e faceto Koy se la prende coi suoi autori, si abbarbica sugli elogi agli ospiti – su tutti Meryl Streep, candidata come non protagonista per la serie Only Murders in the Building – e fa rimpiangere il disagio indotto dal predecessore Jerrod Carmichael.

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  • Mr. TNT III – Tropici del sangue

    Mr. TNT III – Tropici del sangue

    Vietnam, 1972

    Mr. TNT arrivò a bordo di un UH1 nella basse dei dintorni di Saigon. Vide colonne di marines in marcia e poi gli elicotteri che facevano avanti e indietro. Non appena il suo elicottero prese il suolo, fu attento a non lasciarsi spazzare via dal vento il cappello e scese a terra. A passo svelto si avvicinò alle tende e ai quonset.
    Il Vietnam gli ricordava l’Africa. Il caldo, almeno. L’umidità no.
    «Lei è l’uomo dell’MI6?» lo accolse un ufficiale dello USMC.
    «In persona». Si strinsero la mano. «Come sa, ho la copertura di giornalista».
    «Io sono il capitano O’Donnell». Sembrò attendere che Mr. TNT si presentasse, ma invano. «Un po’ inedito che gli inglesi inviino qualcuno. Avete interessi a Hong Kong, in India, magari in Birmania… ma qui, invece!». Si avviarono verso un quonset lì vicino.
    «C’è sempre un buon motivo per difendere gli interessi di Londra anche se qui c’erano i francesi». Mr. TNT non fece una piega.
    «Cosa la porta qui, per la precisione?». Fecero il loro ingresso nel quonset.
    «Dovere».
    O’Donnell si grattò la nuca. «Pure io, se è per questo. Ma non può essere più preciso?».
    «No».
    Sollevò le braccia. «D’accordo, mi arrendo».
    Mr. TNT non disse nulla.

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  • Vittorio Piccirillo, autore ed editor sci-fi

    Vittorio Piccirillo, autore ed editor sci-fi

    La piccola ma agguerrita casa editrice Tabula Fati (scrivo “piccola” perché è comune dirlo, ma è una realtà importante, una casa editrice media) si trova in Abruzzo, è stata fondata da Marco Solfanelli e si occupa di pubblicare romanzi di molti generi, ma nell’articolo ci si focalizza sulla fantascienza. I libri sono un bel vedere, intendo l’aspetto esteriore, perché sono piccoli e compatti e le copertine sono in scala di blu.
    Tra gli autori, e editor, della casa editrice c’è il lodigiano Vittorio Piccirillo. L’ho conosciuto alla fiera dell’editoria fantastica Stranimondi nel 2023 e si è reso subito disponibile a rispondere alle domande di un aspirante scrittore di fantascienza.
    Ecco come si è raccontato al Cappuccino.

    Raccontami chi sei tu, qual è il tuo lavoro nel campo dell’editoria.

    Sono una persona comune, un impiegato che lavora nel settore dell’informatica e che fin da bambino ha avuto la fortuna di poter coltivare la passione per la narrativa in generale e per la fantascienza in particolare. Ho letto tantissimo e continuo tuttora a leggere, non mi stanco mai di prendere in mano sia volumi già pubblicati sia testi al primissimo stadio di sviluppo, perché trovo che questo sia l’unico modo di alimentare il motore interiore che alimenta il mio desiderio di scrivere.

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  • Danilo Sciuto: “Manovra, la legge di tutti in cui tutti vogliono avere voce” 

    Danilo Sciuto: “Manovra, la legge di tutti in cui tutti vogliono avere voce” 

    Tiene molto alla terminologia e alla sua esatta evoluzione. La legge finanziaria una volta era tale, adesso si chiama più correttamente legge di bilancio. Accanto a questa denominazione esiste il termine manovra, ma è più per il grande pubblico. Danilo Sciuto, esperto fiscalista e firma storica del sito “Commercialista Telematico” (vi scrive dal 2002), non potrà non notare che nella trascrizione dell’intervista gentilmente concessaci abbiamo usato indifferentemente tutti e tre i termini. Ci teniamo a rassicurarlo, però: la lezione l’abbiamo imparata. A lui e agli altri lettori chiediamo di perdonarci per aver utilizzato un classico trucchetto dei non addetti ai lavori, che per sconfiggere l’horror vacui si servono della variatio vocabulorum

    Dott. Sciuto, perché è così importante la manovra  economica nella vita di un governo, anzi forse è il suo atto più decisivo?

     Sì, la legge di bilancio è certamente l’atto decisivo per ogni governo dal punto di vista finanziario. Col tempo però è un po’ cambiata la sua strutturazioneper così dire: mentre una volta vedevamo un’unica, grande manovra, negli ultimi anni lo schema ricorrente sembra essere invece quello di una finanziaria con tutta una serie di decreti-appendice, vere e proprie mini-leggi di bilancio. 

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  • LA BASTARDA di Violette Leduc

    LA BASTARDA di Violette Leduc

    Chi è Violette Leduc? – scrive nella sua prima pagina, quella stessa in cui sembra incidere i temi fondamentali e ricorrenti del suo romanzo.

    È su questa carta che l’autrice francese racconta di sé nel suo modo scandalosamente pudico e sincero la sua vita e la sua condizione, partendo dalla prima conosciuta e subita, nel suo LA BASTARDA.

    È “figlia non riconosciuta di un figlio di buona famiglia”, la Leduc, per sua stessa ammissione, mescola, e lo fa con grande sapienza, “romanzo e verità”.

    si susseguono parole che non fanno altro che rivelare la sua personalità e la relazione che l’autrice ha con sé stessa riferendosi, immancabilmente, a ciò e a coloro con i quali si relaziona. in una intervista rilasciata, lontana dalla stesura de LA BASTARDA, l’autrice dichiara di entrare nel flusso della scrittura con grande disinvoltura e spontaneità perché dimentica che qualcuno la legga ma sin dalle prime righe del suo memoir si riferisce al “lettore”, lo chiama in causa, dialoga con lui, rivelando la profonda sincera impeccabile sua grande presenza e consapevolezza.

    Immediatamente la Leduc si pone dentro confini e parole chiari.

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  • Marirosa Fedele – Burattino di Asterischi

    Marirosa Fedele – Burattino di Asterischi

    Basile, Pentamerone e Sepulveda. Il sogno della fiaba e della favola incrocia quello dell’anima. La penna crossover, creativa, suadente: come gli scrittori incantano e raccontano gli uomini e la vita, così gli artisti delle note rinforzano i sogni con la loro sensibilità. La voce elegante e sinuosa di Marirosa Fedele ha negli occhi una visione fiabesca e nel canto la leggerezza di uno spirito immaginativo che incrocia i sud del mondo, passando dal pop–jazz di Se Credi al bossanova carnale di Burattino di Asterischi.

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