A Padova abita un’autrice che ha molto da dire e su cui c’è molto da dire. Si tratta di Cristina Biolcati, nata a Ferrara ma residente in Veneto. Cristina ha pubblicato praticamente dappertutto affiancando costantemente l’ardente, passione per la prosa all’attività di recensore di libri e racconti. Ha accettato di raccontarsi nel confessionale del Cappuccino.
La tua passione per la scrittura: quanto ti infiamma?
La mia passione per la scrittura va di pari passo con quella per la lettura. Di conseguenza, si è sviluppata quando ancora ero una bambina. Abitavo in un piccolo paese del ferrarese, che non offriva chissà quali divertimenti. Per intrattenere mia sorella minore, nelle giornate di pioggia, inventavo storie che poi leggevo ad alta voce. Lei mi ascoltava con interesse e rideva, si divertiva. Dato che eravamo chiuse in casa, credo che non avesse scelta. Però mi è rimasta l’idea, o forse dovrei dire la presunzione, di potere intrattenere piacevolmente il mio interlocutore. In realtà il mio excursus letterario è piuttosto eclettico, poiché in età adulta ho iniziato scrivendo poesie. Forte dell’apprezzamento che avevo sui social, ho osato partecipare ai primi concorsi letterari, sono stata inserita in alcune antologie e io stessa ho pubblicato delle sillogi.
Poi però si cresce, e la vita riserva delle batoste. A causa di un lutto, circa sei anni fa, ho perso la mia vena poetica. E ho iniziato quello che è stato per me un percorso diverso, ma molto gratificante. E mi sono convertita alla prosa: al giallo. Temi quali la vendetta, l’omicidio, la caccia serrata a un assassino si sono imposti nella mia fantasia e sono diventati un modo piacevole con cui tessere trame per passare il tempo. Scrivere storie di mistero mi diverte molto e mi sembra di avere trovato la dimensione ideale.
Kenji Albani
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