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  • Jon Fosse, Premio Nobel 2023 per la Letteratura

    Jon Fosse, Premio Nobel 2023 per la Letteratura

    Quest’anno il più prestigioso riconoscimento mondiale nel campo letterario è stato assegnato allo scrittore e drammaturgo norvegese Jon Fosse, nato nel 1959 ad Haugesund e già tra i favoriti alla vigilia della proclamazione. 

    L’anno scorso era andato alla scrittrice francese Annie Ernaux. 

    Insignito già nel 2007 dell’Ordre National du Mérite in Francia, Fosse ha conseguito il Nobel per i suoi lavori caratterizzati da una spiccata analisi introspettiva e dd una indagine della condizione umana nella sua tragicità, attraverso situazioni estreme come la solitudine e la morte, ed infatti la commissione ha ritenuto di doverlo premiare “per le sue innovative opere teatrali e narrative che danno voce all’indicibile.

    Vittoria Caiazza

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  • Margherita Podestà Heir: Cosa intendiamo per “indicibile” quando parliamo di Jon Fosse 

    Margherita Podestà Heir: Cosa intendiamo per “indicibile” quando parliamo di Jon Fosse 

    Particolarmente sibillina – specie se confrontata con quella dei suoi più recenti predecessori in questo cacumen gloriae – appare la motivazione con cui l’Accademia reale svedese delle Scienze ha conferito, lo scorso 5 ottobre, il premio Nobel per la letteratura al norvegese Jon Fosse. “Per essere riuscito, con le sue opere in prosa, a dar voce all’indicibile”. Chiediamo una chiave interpretativa a Margherita Podestà Heir, che della prosa dell’autore è magistrale interprete, oltre che della cultura e dello spirito norvegesi. Su Skype, attraverso cui la raggiungiamo in terra norgica (ci vive dal ‘94) per una amabile conversazione, comincia col precisare che cosa è assolutamente “indicibile” sul conto di Fosse: erede di Ibsen. “Una formula inaccettabile. Ibsen aveva un’idea della letteratura finalizzata a scardinare meccanismi sociali che è lontanissima da quella di Fosse.” 

    Gianluca Vivacqua

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  • Mariano Bellopede – Di Altri Sguardi

    Mariano Bellopede – Di Altri Sguardi

    PoloSud records

    Suadente, vede oltre e divaga in “Till The Rain”, sperimenta e narra nuovi orizzonti. Ma le radici servono per custodire le nostre origini: e così in “La mer vers l’Italie o “Fuoco a Mare” si torna a intingere le tematiche del disco nelle speranze partenopee e mediterranee, chiaroscuro d’amore. Le parole sono vele e il vento è poesia. 

    Le immagini, e gli sguardi, sono foto, attimi. Incantevoli o drammatici occhi in cui si insinuano storie. I corpi, e la bocca, raccontano, di porti, di anime e di storie. Lo sguardo volge al mare magnum, oggi mare nostrum, che porta con sé drammi, speranze e nuova vita. Mariano Bellopede è un pianista navigante, sognante, etereo,  raccontastorie.

    Sergio Cimmino

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  • 10. Sulle orme di Alessandro Magno

    1980

    Sognò un prato fiorito, una ragazza di Playboy correva nuda se non per una coroncina di fiori sui capelli biondi.

    Stacco.

    Buio.

    Sognò i monti scabri e polverosi d’Afghanistan, li vide prendere vita e diventare kaiju rocciosi che schiantavano villaggi di civili e basi sovietiche.

    Stacco.

    Buio.

    Sognò delle mani di prestidigitatore che medicavano le sue ferite. Come me le sono procurate? Non ne aveva idea.

    Kenji Albani

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  • Verstappen, l’ultimo cannibale 

    Mancano ancora quattro corse alle fine del Mondiale 2023 di Formula 1 ma non c’è già più storia: è Max Verstappen, pilota della Red Bull, il vincitore del 74o titolo iridato della massima velocità su quattro ruote. Non potrebbe essere diversamente, avendo egli vinto 15 dei 18 Gran Premi fin qui disputati(e ben dieci consecutivi, dal 7 maggio al 3 settembre: da Miami a Monza, un’infilata trionfale che ha messo tutti a tacere). Verstappen, dunque, ha cannibalizzato il Mondiale di F1 ma non è certo una novità nel suo sport: anzi è la routine. Perché nella Formula 1 – come nel MotoGp – se non arrivi primo più volte degli altri non vinci. Non è come nel ciclismo (parliamo quantomeno delle grandi corse a tappe, nelle classiche è diverso), dove ti basta cogliere la vittoria che ti consente di incamerare il maggior numero di minuti di vantaggio sugli altri e poi puoi pensare a gestire il tuo primato parallelamente ai successi di giornata. 

    Gianluca Vivacqua

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  • Un Cappuccino in libreria

    Il mio nome è rosso Orhan Pamuk (1998, ed. italiana Einaudi 2001)

    Romanzo complesso, articolato, basato su una narrazione corale che racconta l’amore di un uomo per una donna attraverso una separazione durata dodici anni e la sua lotta per averla una volta che l’ha ritrovata. 

    Da cornice c’è la vita pittoresca, gli intrighi, le astuzie e le passioni di un gruppo di miniaturisti alla corte del Gran Sultano. Sullo sfondo la Turchia del Cinquecento in lotta per splendore e lustro con Venezia. 

    Il libro, sicuramente di impegnativa lettura e non sempre lineare, conferma la bravura narrativa – per intreccio di trama e scrittura oltre che per capacità descrittiva di personaggi e ambienti – del grande scrittore turco Pamuk, Premio Nobel per la Letteratura nel 2006. 

    Vittoria Caiazza

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  • Fabrizio Borgio, il “veterano” di Segretissimo 

    Fabrizio Borgio, il “veterano” di Segretissimo 

    L’astigiano Fabrizio Borgio è arrivato in finale al Premio Altieri nel 2022 con il romanzo Nero Libia. È recente la notizia (ottobre 2023) che il libro è stato pubblicato nella collana Segretissimo Extra con il titolo Green Stone – Nero Libia

    Il Cappuccino ha incontrato l’autore, a poche ore dal suo interssante scambio di vedute su Instagram con la vincitrice dell’Altieri 2023, Denise Jane.

    Fabrizio, come hai maturato l’idea di diventare autore di spionaggio? In una tua intervista ho sentito che eri sottufficiale dell’esercito e che sei stato in missione di pace in Namibia.

    È vero, sono stato per anni nell’Esercito italiano e in quella fase della mia vita ho anche partecipato a una missione ONU nell’ex Namibia, all’epoca (si parla del 1988 e io avevo vent’anni) sconquassata da una guerra civile. Un’esperienza terribile e fantastica, istruttiva in maniera traumatica. Morte, fame, rabbia e disperazione visti negli occhi di una popolazione stremata, sono stati pochi mesi ma ne sono tornato trasformato. Approdare alla spy-story è la conseguenza di una consapevolezza. 

    Kenji Albani

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  • La scuola, più avanti della società

    La scuola, più avanti della società

    La scuola è senza alcun dubbio il motore della nostra crescita. Utilizza il carburante della cultura, ed è per questo che va curata e preservata. Dagli ultimi dati del Ministero dell’Istruzione, tra le fasce economiche meno agiate della poòpolazione del nostro Paese (che sono in aumento) si evidenzia una tendenza all’abbandono scolastico, che è comunque maggiore tra gli studenti stranieri. Condizioni finanziarie tutt’altro che floride vedono molti studenti, anche brillanti, lasciare i banchi per contribuire alla sopravvivenza delle loro famiglie. Sembrano cose di altri tempi, e invece è l’attualità: questa è certamente una sconfitta per la scuola, ma forse sarebbe meglio dire beffa.

    Maria Simona Gabriele

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  • Diario di guerra (28 settembre-25 ottobre)

    28 settembre: attacchi russi nel Sud. Distrutti da Kiev oltre 30 droni a Odessa e Mykolaiv.

    29 settembre: Putin ha chiesto al vice di Prigozhin di formare un corpo di volontari da usare “in operazioni militari speciali”.

    30 settembre: Putin festeggia il ritorno alla Russia di quattro territori ucraini (Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson) nel primo anniversario della loro annessione.

    a cura di G.V.

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  • Ricordando Nuccio Ordine, a Diamante

    Intervista al cognato Franco Maiolino (11 settembre 2023)

    Nel carosello di immagini: il prof. Nuccio Ordine; il portone d’accesso dell’ala del palazzo di Diamante (che affaccia su Largo Trione) dove abitava il professore e tuttora abita la sua famiglia; il portale di quel palazzo.