Non sempre la crescita e la maturità di un individuo sono determinate dalla sua data anagrafica. La crescita personale è un aspetto del nostro percorso, che ha delle peculiarità prevalentemente soggettive: una serie di fattori, interni e non, mettono in atto quel meccanismo che ci spinge ad aprirci verso una nuova visione e una maggiore consapevolezza della realtà. Ogni fase del nostro sviluppo presenta delle caratteristiche ben precise. Pensiamo per esempio alla fase adolescenziale, dove assistiamo allo sviluppo del nostro corpo: nuove forme ci rendono più insicuri ed esposti allo sguardo degli altri, che spesso per la non abitudine si fa fatica ad accettare. Insieme al nostro corpo anche il pensiero subisce dei cambiamenti: facciamo i conti con una nuova costruzione del sé, e la voglia di ribellione e di indipendenza prende il sopravvento. Ma quanto dura realmente l’adolescenza? Difficile poter stabilire come e quando si abbandona la spensieratezza adolescenziale e si inizia a diventare adulti, con responsabilità maggiori. In ogni fase della nostra esistenza sperimentiamo nuove emozioni e stati affettivi prodotti da eventi che scorrono nella nostra quotidianità e, senza che ce ne accorgiamo, modificano il nostro carattere. Il miglior modo di crescere è quello di mantenere vivo dentro di noi quel piccolo fanciullo interiore, quello che ci permette di prendere la vita con più entusiasmo e giocosità, ed evita di far sì che diventiamo troppo razionali.
Come un bambino, non dobbiamo perdere la voglia di scoprire e di entusiasmarsi, anche per le piccole cose. Così se essere eterni bambini giova allo spirito dell’adulto, non dobbiamo ignorare che tale aspetto non deve prevalere al punto da farci sviluppare quella che è nota come sindrome di Peter Pan. Ma chi è oggi il vero Peter Pan?
Maria Simona Gabriele
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