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  • Questi fantasmi: i quarant’anni di GHOSTBUSTERS

    Questi fantasmi: i quarant’anni di GHOSTBUSTERS

    Uno spettro si aggira per Hollywood: lo spettro della crisi.

    A quarant’anni dalla sua distribuzione, il capolavoro di Ivan Reitman Ghostbusters è più che mai una metafora del sistema-cinema, d’allora come d’oggi. Nel bene e nel male il classico della commedia horror, incentrato sulle gesta di quattro scalmanati acchiappafantasmi, ha segnato il percorso di tanta produzione successiva, modello difforme e imperfetto di quel cinema di franchise che proprio negli anni Ottanta si stagliava ancora giovane, rampante allora quanto stantio al giorno d’oggi. E dire che Ghostbusters non ha quasi nulla da spartire con la Hollywood iper-capitalista di Don Simpson, Jerry Bruckheimer e compagnia non troppo bella: il film di Reitman nasceva come opera di passione quasi pura, incontro d’amore tra i migliori talenti del Saturday Night Live e l’inveterata passione di Dan Aykroyd per l’occulto.

    Fabio Cassano

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  • Maico Morellini, pioniere della fantascienza 

    Maico Morellini, pioniere della fantascienza 

    Ho incontrato Maico Morellini all’edizione di StraniMondi del 2022. Presentava un suo romanzo horror per i tipi di Providence Press. In seguito misi “Mi piace” alla sua pagina fan su Facebook. Quando lui annunciò che stava per chiuderla, decisi di aggiungerlo come amico. Lui mi accettò e iniziammo a chiacchierare (lui è sempre stato una persona amichevole).

    Al di là del modo di comportarsi, Maico è un autore di fantascienza, nato a Reggio Emilia. Di lavoro fa il consulente informatico, ma quel per cui è più noto è la sua attività di scrittore, fino al punto da avere una pagina di Wikipedia dedicata a lui.

    Ecco le tre domande che gli ho posto.

    Sei un autore abbastanza noto. Come ci sei riuscito?

    Non credo ci sia una ricetta universale e non credo nemmeno si possa prescindere da un pizzico di fortuna. Detto questo, il momento in cui la scrittura ha smesso di essere un semplice hobby è stato quando ho vinto il Premio Urania con il mio romanzo Il Re Nero. Aver vinto quel premio ha certificato senza ombra di dubbio che non solo ero capace di scrivere, ma che avevo anche idee che potevano interessare agli appassionati di fantascienza. 

    Kenji Albani

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  • Un Cappuccino in libreria

    Un Cappuccino in libreria

    Volevo fare il giornalista-giornalista Andrea Purgatori (Solferino 2023)

    Commosso omaggio all’uomo, al professionista, al grande giornalista.

    Questo recente volume, edito da Solferino, si presenta, a quasi un anno dalla scomparsa di Andrea Purgatori, come una raccolta, piccola, vista la sterminata attività giornalistica di Purgatori, ma incredibilmente significativa, di articoli da lui dedicati nel corso degli anni ad alcuni dei casi principali a cui aveva lavorato e ad alcuni eventi di cronaca che con lucidità e abilità sapeva così bene presentare al lettore.

    Apparsi sul Corriere della Sera, per cui Purgatori ha scritto per decenni, gli articoli coinvolgono un po’ tutti i principali eventi della storia più recente del nostro Paese, spaziando dagli anni bui dei sequestri e degli attentati fino alla notte che portò alla vittoria dell’Italia nell’estate dell’82.

    Ma di certo la lettura più affascinante, per la mole di lavoro, l’impegno, la caparbietà, l’ostinazione nella ricerca della verità è quella dei numerosi articoli che, in un arco temporale lunghissimo, Andrea Purgatori dedicò al disastro di Ustica, che divenne a tutti gli effetti il suo caso.

    Il libro è accompagnato da una serie di ricordi di coloro che lo conobbero e lavorarono con lui e che, oltre a fare emergere accanto all’aspetto professionale quello umano, rafforzano in noi la sensazione di vuoto che la sua improvvisa scomparsa ha lasciato.

    Vittoria Caiazza

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  • Spalle, spallate, spallucce e Spalletti 

    Spalle, spallate, spallucce e Spalletti 

    L’Italia, le sue prospettive e la sua immagine: in questo momento – parliamo all’indomani della sconfitta agli Europei di calcio contro la Spagna – è forse meglio fare spallucce che fare… Spalletti. Le spallucce sono quelle che governo e maggioranza fanno all’opposizione per proseguire dritti sul percorso che porta a realizzare la riforma costituzionale in senso premierale e l’autonomia differenziata (due traguardi tagliati definitivamente i quali dove andremo a finire? Mah, chi lo sa!). Si tratta di modifiche profonde del paesaggio politico-istituzionale che richiederebbero senz’altro una classe dirigente (a livello centrale ma soprattutto locale) all’altezza di interpretare le sfide implicate da esse. Ma c’è, allo stato attuale? 

    Gianluca Vivacqua

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  • Lavoro: i casi risarciti

    Lavoro: i casi risarciti

    Continuiamo la disamina delle serie storiche Inail relative agli infortuni sul lavoro. Stavolta ci concentriamo sul capitolo relativo ai casi indennizzati. 

    a cura di G. Vivacqua co la coll. della dott. Fausta Savone dell’ufficio stampa dell’Inail 

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  •  ‘Na strada ‘miezz’o mare-(Ed. Nota)- Fondaz. Fabrizio  De André- 2024

     ‘Na strada ‘miezz’o mare-(Ed. Nota)- Fondaz. Fabrizio  De André- 2024

    Le patrie per un uomo libero possono essere tante e indefinite, per radici, amore o appartenenza. Faber, l’eterno amico fragile, riteneva Napoli la sua morale. Lo spirito di un popolo trasversale si lega nell’inchiostro, nell’anima e nella composizione a un cantore in contrapposizione, che adorava gli ultimi, tra cui scorgeva i fiori più belli, proprio come potrebbero esserlo gli scugnizzi napoletani.

    Sergio Cimmino

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  • 6. Si salvi chi può

    6. Si salvi chi può

    1972

    «Fra vietnamiti e cinesi c’è una forte rivalità» si disse Mr. TNT.

    Se il fronte tra i due Vietnam era presidiato, l’ambasciata della Repubblica Popolare Cinese a Hanoi sembrava un’exclave della guerra.

    Il dettaglio non interessò a Mr. TNT, secondo lui era una sfida in più. Una volta, in Africa, aveva affrontato un’esperienza simile. Si chiese se sarebbe stato capace di eguagliarla.

    Il traffico della capitale nordvietnamita era caotico, Mr. TNT ne approfittò per superare un muro senza essere visto dalle guardie.

    Kenji Albani

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  • D’Avanzo: “Sport, ambasciatore di pace”

    D’Avanzo: “Sport, ambasciatore di pace”

    “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme». Con questa modifica apportata all’Art. 33 della Costituzione per effetto della legge costituzionale 26 settembre 2023 approvata all’unanimità alla Camera dei Deputati l’Italia è entrata nel novero dei dieci Paesi dell’Unione europea che promuovono l’attività sportiva nelle loro costituzioni (insieme a Bulgaria, Croazia, Grecia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Ungheria). 

    Inserire nella Costituzione l’esplicito riconoscimento del valore educativo dello Sport impone allo Stato la regolamentazione dell’attività sportiva oltre alla promozione attiva: ciò significa valorizzare l’attività sportiva nelle scuole e quindi assumere nuovi insegnanti in questo ambito, oltre che prestare maggior attenzione alle strutture sportive, troppo spesso inadeguate.

    Stefano Marino

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  • Empatia nei luoghi di lavoro: un vantaggio imprescindibile

    Empatia nei luoghi di lavoro: un vantaggio imprescindibile

    Tempi difficili quelli odierni in cui il lavoro richiede sempre di più, in una realtà che si fa sempre più competitiva. Una corsa frenetica per poter aggiungere a un cv che ci renda appetibili: ma spesso ci dimentichiamo quanto siano di fondamentale importanza altri aspetti che vanno di pari passo con quella che  è la crescita professionale. Poter contare su un clima di collaborazione reciproca sul posto di lavoro è un aspetto fondamentale. Un’atmosfera positiva e rilassata non può che contribuire a creare  senso di fiducia tra lavoratore e datore ma anche senso di appartenenza all‘ambiente di lavoro e ciò ci permette di crescere nelle competenze; fissare delle buoni radici che possano mantenersi solide nel tempo, poi, fornisce la giusta motivazione, ciò che spesso manca in diversi gruppi di lavoro. Negli ultimi anni  l’importanza dell’intelligenza emotiva sembra aver preso piede anche nelle diverse culture aziendali internazionali: lì dove da sempre si punta sui numeri adesso si impiegano anche ore di apprendimento del valore di tale tipo di intelligenza. E allora quali abilità possono veramente favorire un buon clima lavorativo?  Una di queste è sicuramente l’empatia, il pilastro che permette di alimentare la fiducia.

    Maria Simona Gabriele

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  • Antonio Ligabue

    Antonio Ligabue

    Annoverato tra gli artisti italiani più rappresentativi del secondo Novecento, Antonio Ligabue, pittore e scultore, deve alla sua stessa vita la sua fama.

    È forse uno dei casi più significativi e peculiari in cui l’umano, il temperamento, il mondo interiore rivestito da quella pelle di fragilità, si ritrovano nell’opera. 

    La vita e l’opera d’arte del Ligabue sono la medesima storia umana.

    La sua vita è subito segnata da eventi sofferenti già nell’infanzia con l’abbandono da parte della madre, giovane donna sola, che lo darà in adozione, non riuscendo ad occuparsi di lui. In seguito anche la seconda famiglia, svizzero-tedesca, che lo accoglierà con amore, sarà destinata alla stessa disgrazia finanziaria, cosicché la precarietà perdurerà oltraggiosa e presente nella sua vita.

    Tutto per lui pare aver inizio ai margini di ogni latitudine sociale sconveniente e di una grande profonda viscerale sofferenza personale,  rappresentata dall’ instabilità psichica, dalla fragilità e malattia che lo porteranno al rachitismo e alla presenza del gozzo così tanto pronunciato che gli deformerà i tratti del volto del cranio.

    L’abbandono, il lutto della madre e dei fratelli, l’espulsione dalla Svizzera, la lontananza forzata dalla famiglia di adozione – causata da quella sua irrequietezza e spossamento emotivo sempre più espressi violentemente, porteranno il giovane Ligabue non solo a calpestare la trappola del disorientamento affettivo ma anche a vivere a Gualtieri, in Reggio Emilia, non sapendo una parola di italiano.

    È ramingo. Vivrà da esule. 

    Sceglie di farsi randagio ai margini del fiume Po, barattando una sua opera con un piatto di minestra da coloro che incontra per caso.

    In quelle desolate campagne Antonio Ligabue impara a relazionarsi con gli animali; con loro stabilisce una comunicazione.

    Li  guarda.

    Li osserva.

    Claudia Dell’Era

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