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  • Luxottica, eleganza e stile a portata di “occhio”

    Luxottica è una la più grande azienda italiana che produce occhiali. Non solo in Italia, il suo marchio si impone in ben 150 paesi, e commercializza le sue montature in tutti e cinque i continenti. È stata fondata nel 1961, ad Agordo, da Leonardo Del Vecchio. Inizialmente, produceva per conto di terzi, ma già nel 1995 era riuscita a mettersi in proprio e ad acquisire, persino, la catena di negozi di ottica statunitensi LensCrafters. Quattro anni dopo, acquista Ray-Ban. Nel giro di pochi anni, il brand si espande sempre di più, e con esso cresce anche il fatturato. Nel 2012, è risultata essere la prima azienda italiana nel campo della moda per fatturato. Nel 2014, l’amministratore delegato Andrea Guerra abbandona il suo ruolo, in seguito a incomprensioni con Leonardo Del Vecchio, e a settembre dello stesso anno vengono presentati i due nuovi amministratori.

    La fusione con Essilor

    Il 16 gennaio 2017 è stata annunciata la fusione di Luxottica con il gruppo francese Essilor. Dal 1° ottobre 2018 nasce a tutti gli effetti la EssilorLuxottica, con sede a Parigi. Leonardo Del Vecchio è stato nominato presidente esecutivo del nuovo gruppo, mentre Hubert Sagniéres è il vicepresidente esecutivo. 

    Katia Tosto

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  • “Follia” di Patrick McGrath

    La mente umana può essere pericolosa, estremamente pericolosa. E quando una mente è fragile, sola e imgabbiata in un orizzonte angusto, come può essere quello di un matrimonio da cui si vorrebbe evadere, le conseguenze possono essere addirittura letali.

    Patrick McGrath, scrittore inglese, ha decisamente centrato il punto con Follia, cercando, in maniera sublime, di descrivere un amore tanto passionale quanto tossico.

    Peter Cleave è un medico psichiatra, responsabile dell’ospedale psichiatrico in una piccola cittadina, amico e collega di Max Raphael. Max si trasferisce per motivi di lavoro e, con la moglie Stella e il figlio Charlie, inizia a vivere vicino l’ospedale. La loro sembra la classica famiglia perfetta; uno stipendio vantaggioso, una grande casa e lussuosa, amici e feste. Ma quando due persone, chiuse nello spazio di quattro mura, sono caratterialmente ed emotivamente diverse, basta un minimo per alterare un flebile equilibrio.

    Da una parte Max, uomo dedito al lavoro, razionale, rigido.

    Dall’altra Stella, donna bella e intelligente, con un estro messo a tacere. 

    Si percepisce già dalle prime pagine quanto questo matrimonio faccia soffrire Stella. Lei si è condannata a una vita anaffettiva, che scorre senza sussulti nei binari  dell’abitudine. Finché l’incontro con Edgard, paziente in semilibertà dell’ospedale psichiatrico, non la fa deragliare.

    Edgard è un ragazzo alto, possente, fisicamente l’uomo ideale, ma è in cura dal dottor Cleave; il suo temperamento forte e deciso è però minato da un disturbo della personalità, una forma violenta di paranoia, che lo ha indotto in passato a compiere azioni deplorevoli. Ma con lui Stella si sente bene: inizia finalmente a tira fuori i propri sentimenti, le proprie passioni, a sentirsi libera e viva. In realtà – ella non se accorge – è caduta nelle grinfie di Edgard, che lentamente, in maniera subdola, comincia a manipolarla, la fa sua totalmente, e la usa per fuggire dall’ospedale psichiatrico, lasciando Stella in preda alla disperazione e alla depressione totali.  Ma la loro storia non finisce, i loro incontri furtivi continuano, perché Edgard in fondo prova qualcosa per Stella. Che scopre dove il suo uomo si nasconde e così abbandona marito e figli, per congiungersi con l’amante.

    Anita Castrenze

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  • 7. Battaglia senza quartiere

    Igor batteva i denti.

    «Paura… o freddo?». Mr. TNT era sornione.

    «Nessuno dei due».

    «Ma non dire menzogne. Stai tremando!». Mr. TNT scoppiò in una risata.

    «Diciamo che non sono abituato».

    «Forse intendi a tutti questi rischi?». Mr. TNT allargò le braccia. «Mi dispiace, ma siamo in mezzo a una guerra». Indicò i laghi ghiacciati, le macchie di vegetazione innevata, il cielo plumbeo.

    «Diciamo che intendo a una battaglia».

    Prima che Mr. TNT potesse dire o fare qualcosa, da dietro delle betulle arrivarono dei soldati con la stella rossa. «Dovete venire con noi». Stavano avvicinandosi a loro due che da un cespuglio partì una raffica.

    Le pallottole si abbatterono sui sovietici i quali morirono urlando, ma ce n’erano molti altri dietro.

    Mr. TNT strattonò per una manica Igor. «Vieni, scappiamo».

    L’idea di attraversare a piedi il lago ghiacciato era da escludersi: anche se era pieno dicembre, non si sapeva mai.

    Presero un sentiero ma dei finlandesi li bloccarono. «Italiano, ci interessi».

    «Non ho nulla da dirvi». Mr. TNT gli esibì di fronte una smorfia.

    «Non è importante, lo dirai ai nostri superiori». Protesero verso di lui le mani.

    Igor spianò il braccio armato di Tokarev TT33 e fece fuoco.

    Kenji Albani

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  • Diario di guerra (25 giugno-26 luglio)

    25 giugno: bombardamenti russi nell’Ovest e nel Nord dell’Ucraina. Nell’est, dicono fonti russe, uccisi 80 mercenari polacchi al servizio di Kiev. Dal Mar Nero 6 missili sull’oblast di Leopoli. Severodonetsk cade definitivamente nelle mani russe. I leader del G7 pensano a un blocco dell’importazione dell’oro russo.

    26 giugno: bombardamento russo su Kiev, in fiamme un edificio. G7 sull’Ucraina, documento finale: assicurato “sostegno finanziario, umanitario, diplomatico e militare all’Ucraina”.

    27 giugno: per la prima volta dal 1918, la Russia non ha rispettato le scadenze del pagamento del suo debito in valuta estera (100 milioni di dollari di obbligazioni). Ciò però non è dovuto a mancanza di soldi da parte del debitore, bensì alla chiusura dei canali di trasferimento da parte dei creditori. Sono state quindi le sanzioni a rendere impossibile il pagamento ai russi. A Marjupol i corpi di più di 100 civili trovati sotto le macerie di un palazzo distrutto dai russi. Secondo Kiev, sono 35.000 i soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio del conflitto. A Kremenchuck, nella regione di Poltava, i missili russi colpiscono un centro commerciale: morti e feriti. All’interno dell’edificio c’erano più di 1000 persone.

    (a cura di G. V.)

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  • Mystfest, un ritrovo per scrittori

    Cattolica e Mystfest, un binomio indissolubile. Cattolica: città della Riviera Romagnola, mare, spiagge e bar in cui rilassarsi, ma anche il Mystfest, il Festival Internazionale del Giallo e del Mistero che da quarantanove anni si tiene a Cattolica. E l’edizione del 2022 è stata ricca di sorprese. 

    Le serate più interessanti sono state quelle del venerdì e del sabato, soprattutto per gli appassionati lettori dei periodici Mondadori distribuiti in edicola. 

    Venerdì 18 giugno piazza I Maggio era reduce da alcune serate intense, per esempio giovedì sera Davide Toffolo, frontman mascherato dei “Tre allegri ragazzi morti” si è presentato sul palco con l’immancabile maschera e un completo africano e ha dialogato con Carlo Lucarelli (necessità di una spiegazione?) per parlare del suo graphic novel “Come ti rubo un magnus” con alcuni intermezzi musicali. Inoltre, l’associazione Andrea G.Pinketts (intitolata al noto autore milanese scomparso nel dicembre 2018) nelle persone di Andrea Carlo Cappi (prolifico autore Mondaori), Elisabetta Friggi e Rossella Marino ha premiato Cecilia Scerbanenco che ha scritto il libro su suo padre: Il fabbricante di storie. Vita di Giorgio Scerbanenco. Si tratta della quarta edizione del Premio.

    Kenji Albani                                    

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  • La letteratura italiana. Oggi.

    Vorrei iniziare raccontando un fatto accaduto molto tempo addietro, alla fine degli anni Ottanta. In quell’estate, senza scendere nei particolari, ci furono molte polemiche al Premio “Campiello”. Il celebre critico letterario Carlo Bo, che faceva parte della Giuria, lanciò una specie di “allarme” dichiarando:  “Fra i giovani nostri narratori non trovo nessuno degno di essere ricordato” e, scandalizzando il pubblico del Premio Selezione Campiello, disse chiaro e tondo: “Alla fine della lettura dei romanzi d’oggi, uno si chiede: perché li hanno scritti?” E, facendo seguito alle polemiche in un’intervista su “La Stampa” (per “Tuttolibri”) dichiarava che aveva cominciato a dare le dimissioni da tutte le Giurie dei Premi letterari in cui era coinvolto come membro. Quella parola “oggi”, detta trent’anni fa, ci riporta alla nostra contemporaneità dal momento che le cose non solo sono rimaste così, ma sono peggiorate negli anni che vennero dopo, vista che è subentrata nel frattempo l’industria culturale. Non posso non dare ragione a Carlo Bo sia perché sono stato un suo allievo (ai tempi in cui era Rettore) all’Università di Urbino (dove per anni sono stato docente) sia perché la nostra amicizia continuò (fece anche la prefazione ad un mio libro di poesie) e ricordo ancora quando partivo con la macchina da Fermo (vivendo io nelle Marche) per andarlo ogni tanto a trovare e farci due chiacchiere nel suo studio sorseggiando un caffè e parlare di letteratura, la quale letteratura ha cominciato ad non essere più tale dalla seconda metà del Novecento e tutti i grandi nomi degli autori che avevano caratterizzato l’intero secolo scorso, come presenze e come modelli sono scomparsi e sono rimasti insostituibili. I romanzi in questo tempo di vuoto assoluto sono difatti di testa, non di cuore. Non raccontano un sentimento vero, un’emozione vera, un problema vero. Sono diventati tutti scrittori, abilissimi nel giocare con la forma e con la lingua, ma rivelano il loro manierismo, il loro essere barocchi, freddi e lucidi manipolatori come quando dilatano fino a farlo diventare romanzo uno spunto buono solo per poche pagine. Sono, insomma, dei conversatori letterari e mondani, una sorta di fast food culturali: libri-consumo, usa e getta, come tutto in questa società, libri da “mangiare” per poi scomparire insieme ai loro autori. Ovviamente Bo accusava di conseguenza l’intero sistema culturale e gli editori che promuovono esordi troppo facili con conseguente sbaraglio degli stessi autori e ripetendo (per sfruttarlo) un modesto inizio discreto (qualora lo fosse). È stato questo l’orientamento degli ultimi decenni tra superficialità e trasformismo intellettuale. Una moda insomma diventata…eterna.

    Luigi Martellini

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  • Pasolini, un uomo contro

    1922-1975: l’alfa-omega della vita di Pier Paolo Pasolini racchiude (dalla nascita del fascismo agli anni della strategia della tensione con i suoi attentati e le sue stragi) uno dei periodi più oscuri della nostra recente storia, con le sue illusioni, i falsi miti, le mancate certezze, le atrocità, gli inganni, gli intrighi, la caduta delle ideologie, le nostre miserie umane e morali. Anni quindi di sogni e di contraddizioni, dove uno scrittore (che è stato poeta, narratore, regista, drammaturgo, saggista, giornalista…) ha vissuto la sua rimbaudiana saison en enfer, in una sorta di dantesca discesa agli Inferi, per cercare la verità del nostro tempo, con la “furia della confessione” prima, poi con la “furia della chiarezza”. E nella selva oscura della sua esistenza maledetta ha incontrato la sua stessa “figura ingiallita dal silenzio” (come si definiva) ed ha narrato di essere stato poeta e di aver cantato la “divisione delle coscienze, di chi è fuggito da una città distrutta, per andare verso una città che deve essere ancora costruita”, ovvero quel suo irrealizzabile “sogno di un cosa” (la speranza tutta marxista di un mondo migliore). Una città (Roma) che nascondeva il Potere occulto (con la P maiuscola) capace di ogni scelleratezza, meschina e nevrotica, ai cui margini (nella periferia abbandonata dove lo scrittore si era sempre mosso e in modo kafkiano aveva trovato la morte) ogni strada finiva, anche la sua, e dove metaforicamente si dissolveva il paese meraviglioso dell’infanzia (Casarsa), l’Eden ormai perduto della felicità, l’hortus conclusus della sua scrittura, il materno reditum ad uterum. Roma, invece, (la “città di Dio”, come la chiamava, del Potere politico e della Chiesa corrotta (si legga la raccolta di poesie L’usignolo della Chiesa Cattolica e la poesia A un Papa contenuta in La religione del mio tempo) nascondeva nel suo ventre il fanatismo di una borghesia cinica, l’ipocrisia della nostra cultura e delle nostre istituzioni ed era altresì l’espressione di un’opinione pubblica cresciuta sul condizionamento televisivo e sociale, ideologico e culturale, e per questo sempre pronta a colpevolizzare e a giustiziare chi la pensa diversamente o chi si oppone: “… accusino pure ogni mia passione – scrisse nella poesia Frammento alla morte – m’infanghino, mi dicano informe, impuro, ossesso, dilettante, spergiuro…” ma la realtà è che: “Tutti sono pronti al gioco del massacro. Pur di avere…avere, possedere, distruggere. Se ho tra le mani un consiglio di amministrazione o una manovra in borsa uso quella. Altrimenti una spranga. E quando uso una spranga faccio la mia violenza per ottenere ciò che voglio. Perché lo voglio? Perché mi hanno detto che è una virtù volerlo. Io esercito il mio diritto-virtù. Sono assassino e sono buono.

    Luigi Martellini

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  • Pensiero estinto

    Se dovessi anch’io

    Trovare un motivo

    Una ragione perfino

    Massimiliano Calzati

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  • Alla scoperta  del mio tempo libero

    Molto spesso si parla di diritto allo svago. Un diritto indispensabile sia nell’infanzia che nella vita adulta. Lo Svago ha un ruolo fondamentale che aiuta il bambino a conoscere il mondo e relazionarsi con esso. Il gioco permette di scoprire ed esplorare, due elementi che risultano essere funzionali anche alla memoria, migliorando i processi nell’apprendimento. La realtà che ci circond,a costituita da forme, colori, profumi, possono alimentare la fantasia e la creatività. L’interazione con la realtà circostante, che può avvenire nei piu svariati ambienti, è un canale di vitale importanza  per il nostri piccoli così come per gli adolescenti. Il Dimenticarsi dei libri e degli obblighi è un diritto. Negli ultimi tempi si è allungata la lista dei  comuni che durante il periodo estivo attivano laboratori ludici, che permettono di  sperimentare giochi di gruppo e attività ludiche. Divertendosi, si impara a interiorizzare le regole sociali.

    Ci si può svagare in infiniti modi, purché  la finalità sia il divertimento, o  più semplicemente il relax. Dopo un anno di lavoro e di verifiche, è importate che i ragazzi si scrollino di dosso il pensiero di dover terminare un compito ogni giornata. La spensieratezza deve accompagnare i nostri figli, la bella stagione è fatta per godersi lunghi e interminabili tramonti. Come detto pocanzi, occorre però che non ci si disabitui a certi meccanismi di apprendimento acquisiti che possono essere però stimolati anche attraverso il gioco: i giochi da tavola, e quelli di società sono un vero e proprio motore per le nostre funzionalità cognitive.

    Maria Simona Gabriele

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  • Lega Basket A: Milano si porta a casa il 29° scudetto abbattendo la Virtus Bologna

    Siamo alle battute finali del campionato di basket A, dopo una fase regolamentare durata 30 giornate e una fase playoff dove vi accedono le prime 8 in classifica, si sfidano in finale la Virtus Bologna e l’Olimpia Milano. La finale si basa sul sistema al meglio delle 7 partite, giocando una ogni 2 giorni.

    Gara 1, Virtus Segafredo Arena, 8 giugno: L’Olimpia Milano vince sul parquet della Virtus Bologna mandando in frantumi la striscia di 19 vittorie consecutive degli avversari. I bianconeri giocano con qualche problema fisico, Shengelia per un problema all’avambraccio destro che dopo un cambio si ripresenta con una notevole fasciatura, Teodosic invece durante il match poggia male il piede e subisce una distorsione alla caviglia, nonostante ciò mette a segno 16 punti e sarà il miglior realizzatore della squadra di casa. Le due squadre ad inizio match fanno molti errori e ciò si rispecchia nella percentuale dei tiri realizzati, 23.5% per l’Olimpia e 28.6% per la Virtus. Con il ritorno dagli spogliatoi Milano ingrana la marcia piazzando un parziale di 11-0, Bologna risponde a tono all’assedio con una difesa invalicabile, ben 3 min senza subire canestro. Hackett sbaglia due liberi che avrebbero portato al pareggio, Milano ne approfitta per prendere vantaggio che manterranno e li porterà alla prima vittoria con uno score finale di 62-66.

    Pierluigi Vigliotti

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