È nei semi, nella terra, che prendono forma le radici. Quelle dei canti popolari, ritmi che camminano circolari, nascita e vita. Tradizione contadina, popolare, che passa di parola in parola, di canto in canto. ‘O ‘Mbruoglio, ottavo album del proetto Assurd che è forte di una esperienza trentennale, fonde la storia musicale del sud alla magnificenza della world music, con una vena elettronica, un tocco agreste e viscerale. È il mandala, l’oggetto sacro, intorno a cui si intrecciano le mani sporche di terra,: lo stesso sapore antico dei canti di paranza che aprono O’ ‘Mbruoglio, cantico antico di vento e cuore.
Visto il clima, Mr. TNT non vedeva l’ora di bere una bottiglia di Coca-Cola.
Rientrato a Saigon, meritava un po’ di riposo, soprattutto adesso che aveva fatto rapporto ai superiori nell’ambasciata britannica.
Mani in tasca, jeans a zampa d’elefante, si avviava per le strade della capitale sudvietnamita. Doveva solo scegliere il locale che più gli piaceva.
Fu allora che si accorse che qualcuno lo stava seguendo.
Anche se si avvicendavano, a lui non era sfuggito il dettaglio che prima un paio di uomini in motorino e poi una donna con un cesto di uova l’avevano seguito per due minuti ciascuno. Ora era il turno di una giovane dalla minigonna così corta che aveva scritto in faccia che si trattava di una prostituta. E anche altro.
Mr. TNT fece finta di nulla e scelse un bar, sedette all’interno che era vuoto e si sistemò a un tavolo da cui poteva controllare l’ingresso.
La prostituta entrò, e Mr. TNT si accorse che aveva una borsetta che dondolava troppo poco. Per fortuna lui era uscito dalla sede diplomatica senza rinunciare a una Beretta.
La vietnamita lo puntò con un sorriso, dietro di lei i due del motorino e poi la vecchia con il cesto.
Mr. TNT non perse tempo. Strappò di tasca la Beretta e scattò in piedi minacciando la ragazza: «Sta’ ferma».
A chi bazzica la fantascienza italiana il nome Dario Tonani non è sconosciuto. Non è Valerio Evangelisti, ma Tonani si sa dar da fare nel campo letterario,specialmente nella sci-fi, anche se ha frequentato altri generi. Milanese, classe ‘59, giornalista professionista, Tonani scrive solo nei weekend perché durante la settimana non ha tempo (almeno a quanto diceva tempo fa). È arrivato in finale al Premio Urania e questo ha decretato il suo successo. Che invidia, ma niente sindrome di Procuste, please, Tonani non merita di essere stroncato da certe meschinerie. Come ha risposto alle mie domande? Vediamo.
Sei un noto autore di fantascienza, ce l’hai fatta, qual è il tuo segreto?
Una domanda e due affermazioni che mi sento di riportare su binari a me più vicini. Ho un debito di riconoscenza enorme nei confronti della fantascienza e dei suoi lettori, ma nonostante una lunga frequentazione non mi ci sento accasato; in tutta la mia carriera – e credimi, sono un po’ di decenni – ho frequentato molti generi, dall’horror alla fantasy, dal thriller al noir e alla science fiction, e non mi sono mai fermato.
La glorificazione del “lei non sa chi sono io” (o del “lei sa chi sono io”, alla bisogna): il 10 luglio la Camera approva in via definitiva la cancellazione del reato d’abuso d’ufficio, compresa nella riforma della Giustizia del ministro Nordio. Per il governo si viene incontro in modo significativo agli amministratori locali, millanta volte costretti a perdere tempo ed energie per indagini dai contorni troppo spesso vaghi e indefiniti. Per gli oppositori sarà un ritorno al tempo dei signorotti liberi di infliggere angherie ed esercitare soprusi. Eppure il loro sdegno non è andato molto oltre un cartello agitato in aula da Alleanza Verdi e Sinistra in aula, “Salva-colletti bianchi, vergogna!”.
Più combattuta promette di essere la battaglia sulle autonomie differenziate. Contro la riforma di Calderoli, infatti, a scendere in campo non sono solo le opposizioni parlamentari, ma le regioni stesse. Alcune di esse – come la Calabria – vivono un conflitto ulcerante: sintonizzate in tutto e per tutto sulle frequenze di Palazzo Chigi, anche su infrastrutture dispendiose e non urgentissime come il ponte di Messina, ora gridano al tradimento da parte del governo che vuole abbandonarle al loro destino in nome degli equilibri di maggioranza.
L’aria malsana delle paludi. Il pericolo ronzante. Le febbri del terzo, del quarto giorno. Il chinino. Un film vecchio, vecchissimo, in bianco e nero, o magari un’incisione ad acquaforte per il mercato antiquario (Cavour che si raccomanda l’anima a Dio, possibile soggetto): poi ecco (riecco) l’Anopheles sacharovi con i colori originali del torace e dell’addome, un marrone che tende al nero. Nel coloratissimo Salento del 2024. Fino a 70 anni fa in Italia l’Anopheles sacharovi era il principale vettore della malaria, ma, da 70 anni appunto, non se ne vedeva più una. Comunque “si deve sottolineare che l’isolamento risale alla fine del 2022 e che a distanza di circa un anno e mezzo non si sono ancora verificati casi autoctoni di Malaria in Puglia”, rassicura il prof. Massimo Andreoni, ordinario di Malattie Infettive presso l’università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Da sempre un’autorità nel settore.
L’Anopheles Sacharovi fu descritta per la prima volta nel 1903 da Jules Favre. “Questa Anopheles ha una maggiore competenza (capacità) a trasmettere la malaria rispetto all’Anopheles Labranchiae che è abitualmente presente in Italia”, continua il professore.
Continuiamo a collezionare per “il Cappuccino” i punti di vista di addetti ai lavori sull’importanza sociale e per la salute dello sport. Questo mese tocca all’opinione in esclusiva della giornalista sportiva Alessia Bartiromo.
Alessia, l’importanza dello sport per l’essere umano da 0 a 100 anni: pregi e benefici.
Lo sport è un elemento imprescindibile per il benessere personale, fisico e psicologico. Una sana attività fisica aiuta a star meglio con se stessi, ad affrontare le giornate con maggiore carica, a scaricarsi dalle tossine e dalle negatività e, in definitiva, a essere più positivi. Sono molto favorevole a praticarlo sin da bambini, in supporto a una crescita completa ma anche per favorire la socializzazione e sviluppare lo spirito comunitario e l’etica del lavoro, oltre che una sana psicologia nei confronti delle sconfitte. E non è un caso che, andando avanti con gli anni, coloro che hanno sempre praticato sport sono gli stessi che affrontano l’età matura con il miglior spirito, che contribuisce a diminuire i problemi fisici e le patologie. Per la mente è inoltre un toccasana, una valvola di sfogo, di distrazione ma anche e soprattutto un sano divertimento, com’è giusto che sia.
Anticonformista per sua natura intrinseca. Insofferente alle regole, alle etichette sociali, alle cerimoniali formalità tutte portatrici di forme in-naturali sino alla deformazione dell’umano e qualunque carattere spontaneo.
Leonora Carrington rifiuterà anche la definizione, da parte della critica e, il riconoscimento da parte degli artisti, come pittrice surrealista.
Insofferente a qualsiasi forma di definizione che avverte come recinzione all’ agire e alla pratica libere, la Carrington, con il passare degli anni, arriverà al (quasi) solo autoritratto, a quella forma pittorica che, coinciderà – nella sua letteratura, al (genere) dell’autobiografia.
Uno spettro si aggira per Hollywood: lo spettro della crisi.
A quarant’anni dalla sua distribuzione, il capolavoro di Ivan Reitman Ghostbusters è più che mai una metafora del sistema-cinema, d’allora come d’oggi. Nel bene e nel male il classico della commedia horror, incentrato sulle gesta di quattro scalmanati acchiappafantasmi, ha segnato il percorso di tanta produzione successiva, modello difforme e imperfetto di quel cinema di franchise che proprio negli anni Ottanta si stagliava ancora giovane, rampante allora quanto stantio al giorno d’oggi. E dire che Ghostbusters non ha quasi nulla da spartire con la Hollywood iper-capitalista di Don Simpson, Jerry Bruckheimer e compagnia non troppo bella: il film di Reitman nasceva come opera di passione quasi pura, incontro d’amore tra i migliori talenti del Saturday Night Live e l’inveterata passione di Dan Aykroyd per l’occulto.
Ho incontrato Maico Morellini all’edizione di StraniMondi del 2022. Presentava un suo romanzo horror per i tipi di Providence Press. In seguito misi “Mi piace” alla sua pagina fan su Facebook. Quando lui annunciò che stava per chiuderla, decisi di aggiungerlo come amico. Lui mi accettò e iniziammo a chiacchierare (lui è sempre stato una persona amichevole).
Al di là del modo di comportarsi, Maico è un autore di fantascienza, nato a Reggio Emilia. Di lavoro fa il consulente informatico, ma quel per cui è più noto è la sua attività di scrittore, fino al punto da avere una pagina di Wikipedia dedicata a lui.
Ecco le tre domande che gli ho posto.
Sei un autore abbastanza noto. Come ci sei riuscito?
Non credo ci sia una ricetta universale e non credo nemmeno si possa prescindere da un pizzico di fortuna. Detto questo, il momento in cui la scrittura ha smesso di essere un semplice hobby è stato quando ho vinto il Premio Urania con il mio romanzo Il Re Nero. Aver vinto quel premio ha certificato senza ombra di dubbio che non solo ero capace di scrivere, ma che avevo anche idee che potevano interessare agli appassionati di fantascienza.
Volevo fare il giornalista-giornalista Andrea Purgatori (Solferino 2023)
Commosso omaggio all’uomo, al professionista, al grande giornalista.
Questo recente volume, edito da Solferino, si presenta, a quasi un anno dalla scomparsa di Andrea Purgatori, come una raccolta, piccola, vista la sterminata attività giornalistica di Purgatori, ma incredibilmente significativa, di articoli da lui dedicati nel corso degli anni ad alcuni dei casi principali a cui aveva lavorato e ad alcuni eventi di cronaca che con lucidità e abilità sapeva così bene presentare al lettore.
Apparsi sul Corriere della Sera, per cui Purgatori ha scritto per decenni, gli articoli coinvolgono un po’ tutti i principali eventi della storia più recente del nostro Paese, spaziando dagli anni bui dei sequestri e degli attentati fino alla notte che portò alla vittoria dell’Italia nell’estate dell’82.
Ma di certo la lettura più affascinante, per la mole di lavoro, l’impegno, la caparbietà, l’ostinazione nella ricerca della verità è quella dei numerosi articoli che, in un arco temporale lunghissimo, Andrea Purgatori dedicò al disastro di Ustica, che divenne a tutti gli effetti il suo caso.
Il libro è accompagnato da una serie di ricordi di coloro che lo conobbero e lavorarono con lui e che, oltre a fare emergere accanto all’aspetto professionale quello umano, rafforzano in noi la sensazione di vuoto che la sua improvvisa scomparsa ha lasciato.